Papa: “il dono della Santità sceglie di andare controcorrente”

<br />CITTA’ DEL VATICANO – Giornata di festa per la Chiesa universale arricchita di cinque nuovi santi, proclamati dal Papa, che ha presieduto nella Basilica di San Pietro, affollata di pellegrini di tutto il mondo, la solenne Messa per la canonizzazione dei beati Sigismondo Felice Feliński, Francesco Coll y Guitart, Damiano de Veuster, Rafael Arnáiz Barón, Giovanna Maria Della Croce. Chi accetta “il dono della santità” – ha sottolineato il Papa – sceglie di andare controcorrente vivendo secondo il Vangelo. All’Angelus Benedetto XVI ha pregato perché il mondo non assista più alla tragedia di un attacco nucleare.‘Vieni e seguimi!’ è l’invito di Gesù. “Ecco la vocazione cristiana – ha spiegato Benedetto XVI – che scaturisce da una proposta di amore del Signore, e che può realizzarsi solo grazie a una nostra risposta di amore”. “I santi accolgono quest’invito esigente, e si mettono con umile docilità alla sequela di Cristo crocifisso e risorto. La loro perfezione, nella logica della fede talora umanamente incomprensibile, consiste nel non mettere più al centro se stessi, ma nello scegliere di andare controcorrente vivendo secondo il Vangelo”. E, così hanno fatto i cinque santi proclamati oggi. Sigismondo Felice Feliński, arcivescovo di Varsavia, fondatore della Congregazione delle Francescane della Famiglia di Maria, “testimone della fede e della carità pastorale – ha ricordato il Santo Padre – in tempi molto difficili per la nazione e la Chiesa in Polonia”, esiliato nel 1863 dopo l’annessione russa, per vent’anni in Siberia, “senza poter fare più ritorno nella sua diocesi”. Incrollabile la sua fiducia nella Divina Provvidenza, sempre invocando Dio di proteggerci non dalle tribolazioni e preoccupazioni di questo mondo ma di moltiplicare l’amore dei nostri cuori. Così anche il sacerdote spagnolo Francesco Coll Y Guitart, fondatore nel 1856 della Congregazione delle Suore Domenicane dell’Annunciazione della Beata Maria Vergine, “per dare ai bambini e ai giovani un’educazione integrale”, patì anch’egli le leggi antiecclesiastiche dell’epoca nel suo Paese che lo costrinsero a lasciare il convento, pure restando fedele ai suoi voti per tutta la vita. Missionario belga tra gli esclusi nelle isole Hawaii, fu invece Damiano de Veuster, religioso della Congregazione dei sacri Cuori di Gesù e Maria, vissuto anch’egli nella seconda metà dell’Ottocento. “Non senza paura e ripugnanza, – ha detto Benedetto XVI – fece la scelta di andare nell’Isola di Molokai al servizio dei lebbrosi che si trovavano là, abbandonati da tutti; così si espose alla malattia della quale essi soffrivano. Con loro si sentì a casa”. Particolare attrattiva per “i giovani che non si accontentano con poco, quando aspirano alla piena verità e alla più indicibile allegria, che si raggiunge con l’amore di Dio, riveste la figura di Fratel Rafael Arnáiz Barón, oblato dell’Ordine cistercense, vissuto nel secolo scorso. Giovane esuberante e intelligente, di famiglia benestante, che scelse la vita monastica lottando contro il diabete fino alla morte a soli 27 anni. Ultima dei cinque beati canonizzati, Giovanna Maria Della Croce, nata nel 1792 nella Bretagna francese, fondatrice delle Piccole Sorelle dei Poveri, dedicate al servizio delle persone anziane più povere. Il suo carisma – ha detto Benedetto XVI – è tutt’oggi d’attualità, allorchè tante persone anziane soffrono di molteolici povertà e di solitudine, a volte perfino abbandonati dalle loro famiglie”. Al termine della celebreazione eucaristica, prima della recita dell’Angelus, il Papa si è rivolto alle migliaia di fedeli nella piazza, ha ricordato la prossima Giornata mondiale del rifiuto della miseria, ed ha salutato in particolare il gruppo di sopravvissuti all’attacco nucleare di Hiroshima e Nagasaki. “Prego – ha detto – che il mondo mai più possa essere testimone di tale massiva distruzione di innocenti vite umane”.
“La Vergine Maria – ha concluso Benedetto XVI – è la stella che orienta ogni itinerario di santità”.