Riflessione del vescovo sul giudizio di Dio nella messa per i defunti

<br />CHIAVARI – La scena del giudizio universale descritta da Gesù pone dinanzi al Padre eterno tutte le genti, che saranno divise in due gruppi: a destra i giusti e a sinistra i malvagi. Il criterio del giudizio di Dio è semplice: tutto dipende dalle opere buone che ciascuno avrà compiuto concretamente nel corso della sua vita terrena. I buoni hanno soccorso Gesù nel malato, nel sofferente, nell’anziano, nel povero; i cattivi non hanno operato azioni di carità verso il prossimo bisognoso. Nella S. Messa solenne per la commemorazione dei defunti il vescovo ha messo in evidenza la meraviglia per il giudizio di Dio sia da parte dei buoni che dei cattivi: “non hanno riconosciuto Gesù sotto le spoglie del povero e del sofferente -ha rimarcato il vescovo-. Il giudizio finale aprirà gli occhi sulla nostra realtà”. Ci sarà quindi un ribaltamento dei valori: “il nostro modo di vivere -ha osservato Mons. Tanasini- è caratterizzato da una discordanza quasi totale tra i valori reali e la loro esterna apparenza. Oggi prevale la tentazione dell’apparenza e si è portati a valutare secondo le apparenze”. Nelle vicende del mondo il male sembra vittorioso e Dio sconfitto: “il processo intentato a Gesù -ha detto il vescovo- può essere considerato esemplare: Colui che era giustizia è stato annoverato tra i malfattori e questo si ripete non raramente nel nostro mondo. Siamo di fronte alla sconfitta di Dio -ha aggiunto- non tanto nel caso dell’uomo che pecca, ma dell’uomo che peccando appare soddisfatto. Colui che tenta di conformarsi alla volontà del Padre incontra sofferenze, se non la morte”. Ma agli occhi di Dio tutto questo cambierà aspetto: “il giudizio -ha spiegato Mons. Tanasini- sarà la fine di questo stato, la brusca lacerazione del velo dell’apparenza. Tutto sarà rivelato a tutti: passa la scena di questo mondo”. In questo giudizio -ha concluso il vescovo- Gesù si pone al centro e tutto sarà giudicato sull’amore.