Suor Maurizia, donna che ha saputo farsi tutta a tutti

funerale suor Maurizia PradoveraCHIAVARI – Suor Maurizia ha vissuto sino alla morte il carisma di “Farsi tutta a tutti”. Donna delle relazioni e dell’incontro, anche nel tratto terminale del calvario quando, paralizzata dalla malattia agli arti, sognava una carrozzella per poter continuare ancora nella sua missione di religiosa. Così l’ha ricordata Suor Immacolata Mazza, responsabile delle scuole Gianelli in Liguria, durante la Santa Messa esequiale presieduta dal vescovo Diocesano nella Cattedrale di N. S. dell’Orto: “Donna intraprendente, donna amante del bello, donna inarrestabile, donna vulcanica, nel pensare, nel sognare, non ci lasciava quiete. Aveva pensato una cosa, cercava di realizzarla e subito ricorreva ad un’altra idea che ci trasmetteva. Nemica dell’Ormai che qualcuna di noi era portata a dire. Ci ha insegnato a sognare ma non a cullarci nei sogni ma a elaborare il progetto e realizzarlo subito”. Suor Maurizia, al secolo Teresa Pradovera, era nata il 30 agosto del 1948 nel piacentino; entrata a vent’anni nel noviziato della Congregazione delle Figlie di Nostra Signora dell’Orto a Genova, aveva saputo rientrare negli schemi, talvolta un po’ compassati imposti. Si è lasciata cesellare – ha sottolineato Suor Immacolata – senza lasciarsi spegnere. Aveva saputo mantenere il suo calore, la fraternità dimostrata e vissuta, sin dalla prima professione, nel 1970, e successivamente con la professione perpetua nel 1976. “Amava essere spregiudicata nel bene da compiere – ha ricordato il vescovo nell’omelia, nella quale ha evidenziato i tratti caratteristici della religiosa. La Carità, l’attività in ambito sociale erano i suoi impegni provilegiati, ma questo non le aveva impedito di adeguarsi e portare il suo carisma in tutti gli incarichi che le erano stati affidati. “Tutto era ispirato in lei dal Vangelo – ha detto Mons. Tanasini. L’11 febbraio 2013 la scoperta della malattia grave che ne avrebbe provocato la morte. Inizia per Suor Maurizia un nuovo noviziato: non l’ha presa bene, ma era una combattente e ha combattuto, lasciandosi ancora una volta lavorare dal Signore.