Francesco: con “Gesù pane di vita” andare oltre i bisogni materiali

papa angelusCITTA’ DEL VATICANO – Superare la “cecità spirituale” per “cercare e accogliere” il cibo che rimane per la vita eterna, quello del “Figlio dell’uomo”, andando oltre la soddisfazione immediata dei propri bisogni materiali.

Così Papa Francesco all’Angelus di questa mattina, invitando ad “incontrare e accogliere in noi Gesù, ‘pane di vita’”, che dà significato e speranza al cammino “spesso tortuoso” della nostra esistenza: “Questo ‘pane di vita’ ci è dato con un compito, cioè perché possiamo a nostra volta saziare la fame spirituale e materiale dei fratelli, annunciando il Vangelo ovunque. Con la testimonianza del nostro atteggiamento fraterno e solidale verso il prossimo, rendiamo presente Cristo e il suo amore in mezzo agli uomini”.
Il Pontefice ha quindi invitato a cercare la salvezza, “l’incontro con Dio”. Il Signore, ha spiegato, vuol far capire che “oltre alla fame fisica” l’uomo porta in sé un’altra fame, “più importante”, quella “di vita”, “di eternità” che Lui solo può appagare: “Gesù non elimina la preoccupazione e la ricerca del cibo quotidiano, no, non elimina la preoccupazione di tutto ciò che può rendere la vita più progredita. Ma Gesù ci ricorda che il vero significato del nostro esistere terreno sta alla fine, nell’eternità, sta nell’incontro con Lui, che è dono e donatore, e ci ricorda anche che la storia umana con le sue sofferenze e le sue gioie deve essere vista in un orizzonte di eternità, cioè in quell’orizzonte dell’incontro definitivo con Lui”.
Questo incontro, ha proseguito Francesco, “illumina tutti i giorni della nostra vita”: “Se noi pensiamo a questo incontro, a questo grande dono, i piccoli doni della vita, anche le sofferenze, le preoccupazioni saranno illuminate dalla speranza di questo incontro”.

Francesco ha poi ricordato che oggi si ricorda il ‘Perdono di Assisi’, “forte richiamo ad avvicinarsi al Signore nel Sacramento della Misericordia e anche nel ricevere la Comunione”: “C’è gente che ha paura di avvicinarsi alla Confessione, dimenticando che là non incontriamo un giudice severo, ma il Padre immensamente misericordioso. E’ vero che quando andiamo in confessionale, sentiamo un po’ di vergogna. Ciò succede a tutti, a tutti noi, ma dobbiamo ricordare che anche questa vergogna è una grazia che ci prepara all’abbraccio del Padre, che sempre perdona e sempre perdona tutto”.