Il Papa: accogliere i migranti è un dovere di giustizia, di civiltà e di solidarietà

CITTA’ DEL VATICANO – Proteggere i migranti è un imperativo morale. Così il Papa incontrando i partecipanti al Forum “Migrazione e pace”. I flussi migratori di oggi, ha detto, costituiscono il più vasto movimento di persone, se non di popoli, di tutti i tempi. Si tratta di uomini e donne che scappano dalle loro terre a causa di guerre, violenze, povertà, cambiamenti climatici, persecuzioni e disastri naturali. La natura forzosa di molti flussi aumenta la sfida posta alla politica, alla società civile e alla Chiesa. Secondo il Papa, la migliore risposta da dare si articola attorno a quattro verbi. Il primo è accogliere: il Pontefice invita a superare l’indole del rifiuto radicata nella natura umana assumendo un generoso atteggiamento di accoglienza verso chi bussa alle nostre porte, aprendo canali umanitari accessibili e sicuri, promuovendo i programmi di accoglienza diffusa che facilitano l’incontro personale. Il secondo verbo è proteggere i migranti, imperativo morale da tradurre con strumenti giuridici, internazionali e nazionali, chiari e pertinenti e facendo scelte politiche giuste, lungimiranti, preferendo processi costruttivi, forse più lenti, ai ritorni di consenso nell’immediato. Terzo verbo, promuovere: per Francesco, lo sviluppo umano dei migranti si attua difendendo valori come giustizia, pace e salvaguardia, considerando che la promozione dei profughi e delle loro famiglie comincia dalle comunità di origine, là dove dev’essere garantito, oltre al diritto di poter emigrare, anche il diritto di non dover emigrare. L’ultimo verbo usato dal Papa è integrare: che è un processo bidirezionale, fondato sul mutuo riconoscimento della ricchezza culturale dell’altro. Chi arriva deve rispettare la legge, ma chi accoglie non deve isolare – con il rischio di pericolose ghettizzazioni. Dunque, il Papa spinge per i ricongiungimenti familiari e per i percorsi che favoriscono la relazione e l’incontro con i migranti. Tutto ciò, ha concluso Francesco, è un dovere – di giustizia, di civiltà e di solidarietà. Al termine, il pensiero del Papa è andato ai bambini e agli adolescenti, che sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d’origine e separati dagli affetti familiari.