Mafia, il Procuratore Cozzi: la politica ha capito le dimensioni del problema

GENOVA – Si dice rassicurato il Procuratore capo di Genova Francesco Cozzi dopo
la due giorni di lavori della Commissione antimafia presieduta da Rosy Bindi. Contattato telefonicamente, ha spiegato quanto è importante che oggi la politica abbia compreso le dimensioni in Liguria della criminalità organizzata. Certo, il quadro è piuttosto allarmante: la Commissione ha sottolineato che la Liguria è tra le regioni del Nord che preoccupa di più, soprattutto per la presenza della ‘ndrangheta “una presenza che si traduce in vere e proprie strutture organizzate, capaci di condizionare il sistema dell’economia legale, dalle grandi opere agli esercizi commerciali, ma anche la politica e il mondo del calcio”. La consapevolezza maturata in questi giorni di audizioni, ha aggiunto Cozzi, permetterà di interpretare le leggi con metodi più adeguati ai tempi. Infatti oggi la mafia, ha detto ancora il Procuratore, agisce in modi diversi, non con violenza o con fatti eclatanti, ma avviluppando le persone con strategie di corruttela, frodi e accordi paritetici. Il caso Lavagna, ha proseguito Francesco Cozzi, è uno specchio in piccolo di quello che è il manifestarsi in Liguria di queste forme di criminalità che, alla fine, sono le più insidiose perché celano la cancrena della corruzione. Nei giorni scorsi, in Prefettura a Genova, sono stati ascoltati i 4 Prefetti liguri, i vertici della Questura di Genova, dei Carabinieri e della Finanza, il capocentro della Direzione investigativa antimafia Sandro Sandulli, il procuratore distrettuale Francesco Cozzi, i procuratori dei 4 distretti e i componenti della Commissione Straordinaria del Comune di Lavagna, Paolo D’Attilio, Gianfranco Parente e Raffaele Sarnataro. Cozzi, infine, si dice fiducioso sul futuro: il materiale e tutte le osservazioni raccolte a Genova saranno riassunte in una relazione al Parlamento e potranno essere utili per le iniziative nelle legislature.