Il Papa: “Non sottovalutare il problema della violenza su minori attraverso la rete”

CITTA’ DEL VATICANO – Child dignity in digital word, il primo congresso globale dedicato al tema della presenza di bambini e adolescenti in rete, si è concluso oggi a Roma, dopo 4 giorni di lavori. Organizzato dal Centre for Child Protection presso la Pontificia Università Gregoriana, è stato il primo appuntamento multidisciplinare per un affronto sistematico del problema della lotta internazionale contro l’abuso sessuale di minori in ambiente digitale.
Papa Francesco ha ricevuto in Udienza questa mattina esperti accademici, dirigenti, leader civili e politici e rappresentanti religiosi provenienti da tutto il mondo che hanno preso parte in questi giorni ai lavori: una ragazza irlandese, Muiireann O’Carroll, di 16 anni, ha letto al Santo Padre, rendendola così pubblica, la Dichiarazione di Roma, un testo che è stato scritto e approvato ieri pomeriggio dai circa 150 partecipanti.
Nel suo intervento Papa Francesco ha ricordato i passi del Vangelo che parlano del rapporto di Gesù con i piccoli, e le sue dure parole contro chi dà scandalo di fronte ai bambini; quello che chiamiamo mondo digitale, ha detto, è frutto di uno straordinario impegno della scienza e della tecnica che ha trasformato la nostra vita e il nostro stesso modo di pensare e di essere; se da un lato siamo affascinati dalle potenzialità di tutto questo, dall’altro la rapidità di questo sviluppo ci spaventa, anche perchè spesso ci chiediamo se stiamo facendo abbastanza per tenere tutto questo sotto controllo, e soprattutto, per proteggere la crescita sana e la speranza dei più giovani.
Oltre 800 milioni di minori navigano in rete, ha ricordato Francesco, e non possiamo nasconderci la realtà della pedopornografia, degli abusi sessuali, del bullismo, che dilaga in rete, fenomeni che ci lasciano inorriditi e disorientati.
Siamo chiamati a trovare vie e atteggiamenti concreti per dare risposte efficaci, con fiducia nella nostra capacità di orientare la rete verso un progresso umano e integrale, evitando tre errori di prospettiva, ovvero la sottovalutazione del danno che l’impatto delle immagini violente può avere sui più piccoli, l’affidamento esclusivo a soluzioni tecniche automatiche, costruite su algoritmi, che non tengono in debita considerazione l’ampiezza delle esigenze morali ed etiche, e la visione ideologica della rete come regno della libertà senza limiti.
Occorre risvegliare la consapevolezza della gravità del problema, controllando lo sviluppo della tecnologia, individuando i colpevoli e aiutando le vittime, governando i processi di svilupppo con una grande sensibilità educativa, ha aggiunto Papa Francesco, invitando la comunità dei credenti a partecipare a questo processo.
La Chesa cattolica in questi anni ha assunto una sempre più chiara consapevolezza di non aver agito con sufficiente tempestività sui casi di abusi ai danni di minori