Don Nicola, “La riservatezza che non diminuisce l’affetto”

CHIAVARI – Innamorato di Cristo, devoto alla Vergine Maria, profondamente innervato nella Chiesa di Chiavari che riconosceva madre del suo sacerdozio: è il ritratto che mons. Corrado Sanguineti ha dipinto questa mattina di mons. Nicola Tiscornia, il decano dei sacerdoti della Diocesi di Chiavari, che si è spento nella notte fra venerdì e sabato all’età di 104 anni.
Mons. Sanguineti, infatti, per tre anni è stato curato di don Nicola, durante il lungo tempo del suo ministero nella parrocchia di San Giuseppe dei Piani di Ri, a Chiavari. “Io avevo 25 anni e lui 75”, ha ricordato mons. Sanguineti: “Avrebbe potuto essere mio nonno, e invece mi fu padre, e la nostra fu un’amicizia fraterna, di cui conservo gli innumerevoli racconti del ministero di don Nicola, che ha speso tutta la sua vita come parroco”.
Il Vescovo di Pavia ha quindi ripercorso i dati essenziali della biografia di Mons. Tiscornia, parroco a Barbagelata negli Anni Trenta, e poi a Maissana durante la Seconda Guerra mondiale, quando entrò in contatto con tutta l’umanità ferita e confusa dagli eventi di quegli anni; don Nicola fu quindi parroco a S. Bartolomeo di Leivi, a Moneglia, e a Ri Basso a Chiavari, l’ultima parrocchia, che lasciò nel 1992, per iniziare a prestare il suo ministero nella celebrazione dell’Eucarestia feriale, in Cattedrale, in qualità di canonico, e nella chiesa di San Pietro in Vincoli, a Sestri Levante, la domenica.
Riservato, ma non per questo parco di affetto, don Nicola era sostenuto da una mente freschissima, che teneva sempre aggiornata con letture attuali e con la meditazione, e da una memoria formbidabile, che ricordava nomi e volti con grande precisione corroborata dall’affezione; ed il suo ministero è stato arricchito dalla passione per la storia della Chiesa locale, che ha canalizzato nella scrittura di testi e nelle testimonianze rese soprattutto negli ultimi anni della sua esistenza.