Il Papa: gratitudine per chi si prende cura dei malati

CITTA’ DEL VATICANO – Apertura, accoglienza, gratutudine. Il Papa ha proposto una riflessione su questi aspetti della vita cristiana traendo spunto dal Vangelo della XIII domenica del tempo ordinario, in cui l’evangelista Matteo fa risuonare con forza l’invito ad aderire in pienezza e senza tentennamenti al Signore. L’invito a “non amare il padro o la madre” più di Lui, è, in realtà, vivere un amore purificato: solo così, ha spiegato Francesco, “l’amore diventa fecondo e produce frutti”.

Ma c’è di più, perchè il Signore chiede anche una adesione piena alla Croce, perchè “non c’è vero amore senza croce, cioè senza un prezzo da pagare di persona”, ha detto il Papa, e “portata con Gesù, la croce non fa paura“.

Il Papa ha ricordato le persone che si stanno spendendo in questi giorni per assistere gli ammalati: “Quanta gente, quanta gente, sta portando croci per aiutare gli altri, si sacrifica per aiutare gli altri che hanno bisogno in questa pandemia … Ma, sempre con Gesù, si può fare. La pienezza della vita e della gioia si trova donando sé stessi per il Vangelo e per i fratelli, con apertura, accoglienza e benevolenza”.

E la “gratitudine generosa di Dio”, ha aggiunto, “tiene conto anche del più piccolo gesto di amore e di servizio reso ai fratelli”: “È una riconoscenza contagiosa, che aiuta ciascuno di noi ad avere gratitudine verso quanti si prendono cura delle nostre necessità. Quando qualcuno ci offre un servizio, non dobbiamo pensare che tutto ci sia dovuto. No. Tanti servizi si fanno per gratuità. Pensate al volontariato, che è una delle cose più grandi che ha la società italiana. I volontari … E quanti di loro hanno lasciato la vita in questa pandemia. Si fa per amore, semplicemente per servizio. La gratitudine, la riconoscenza, è prima di tutto segno di buona educazione, ma è anche un distintivo del cristiano. È un segno semplice ma genuino del regno di Dio, che è regno di amore gratuito e riconoscente”