Angelus: la Parola di Dio dona l’eternità

<br />CITTA’ DEL VATICANO – Un ringraziamento al Signore, a due settimane dalla fine dell’anno liturgico, per il cammino di fede, antico e sempre nuovo, compiuto nella grande famiglia spirituale della Chiesa. Lo ha rivolto Benedetto XVI, prima di guidare da piazza S. Pietro la recita dell’Angelus. E’ un dono inestimabile – ha chiarito il Papa – che ci permette di vivere nella storia il mistero di Cristo, accogliendo nei solchi della nostra esistenza personale e comunitaria il seme della Parola di Dio, seme di eternità che trasforma dal di dentro questo mondo e lo apre al Regno dei Cieli. Il Pontefice ha quindi invitato a riflettere sulla profezia di Cristo sulla fine dei tempi, contenuta nel Vangelo di san Marco. “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”. L’espressione “il cielo e la terra”, ha spiegato il Santo Padre, “è frequente nella Bibbia per indicare tutto l’universo, il cosmo intero. Gesù dichiara che tutto ciò è destinato a ‘passare’, che il creato è segnato dalla finitudine. Non c’è nessuna confusione tra il creato e il Creatore – ha proseguito il Papa – ma una differenza netta. Con tale distinzione, Gesù afferma che le sue parole ‘non passeranno’, cioè stanno dalla parte di Dio e perciò sono eterne. Coloro che le ascoltano, le accolgono e portano frutto, fanno parte del Regno di Dio: rimangono nel mondo, ma non sono più del mondo; portano in sé un germe di eternità, un principio di trasformazione che si manifesta già ora in una vita buona, animata dalla carità, e alla fine produrrà la risurrezione della carne. Al termine dell’Angelus, il Papa ha ringraziato i partecipanti all’Assemblea plenaria della Commissione episcopale europea, riuniti in questi giorni in Vaticano, per un confronto sulla cultura di Internet e la comunicazione della Chiesa, una tematica di grande attualità. Infine, Benedetto XVI ha ricordato la Giornata mondiale della memoria delle vittime degli incidenti stradali. Affido alla misericordia di Dio i defunti – ha detto. Incoraggio tutti coloro che percorrono le strade del mondo alla prudenza, nello spirito di responsabilità per il dono della salute e della vita propria e altrui. Il Signore – ha concluso – protegga quanti viaggiano.