8 marzo: proposto il nobel per la pace 2011 alle donne africane

<br />TIGULLIO – L’otto marzo si celebra la Giornata Internazionale della Donna. Una occasione per ricordare che in alcune aree della terra le donne vivono ancora in condizioni di emarginazione. In questi giorni è stata lanciata la campagna Noppaw, promossa da Solidarietà e Cooperazione, un coordinamento di 45 associazioni internazionali che sostengono la proposta di assegnare il Premio Nobel per la pace 2011 alle donne africane. A questo proposito è stato indirizzato un appello ai direttori dei quotidiani, telegiornali e radiogiornali nazionali e locali: in occasione della festa della donna dedicare le prime pagine delle testate alla popolazione femminile in Africa. L’iniziativa è lanciata anche agli enti locali affinchè nei consigli comunali venga presentata una mozione sull’argomento. L’obiettivo: raccontare le loro storie, esperienze di vita, di lavoro di integrazione e di riscatto. Le donne africane sono protagoniste trainanti sia nei settori della vita quotidiana, sia nell’attività politica e sociale. Ma come accade anche in altri parte del mondo, spesso sono vittima di violenze e di discriminazione. Condizioni queste ultime che purtroppo si trovano anche in aree geografiche più vicine a noi, nei Paesi cosiddetti sviluppati. Al di là delle logiche più strettamente commerciali o legate ad un femminismo estremo o a iniziative che pongono in risalto gli aspetti più deteriori dell’emancipazione femminile, la festa dell’8 marzo oggi trova spesso disappunto da parte delle stesse donne. Che senso ha essere festeggiate un giorno soltanto? perchè non esiste anche una festa dell’uomo? Non è forse una forma ulteriore di discriminazione? A noi piace pensare che possa essere un’occasione per ricordare chi normalmente si ricorda di noi, anche senza una ricorrenza particolare: le nostre mamme, sorelle, mogli, figlie, nonne, colleghe di lavoro, le donne che hanno consacrato la loro vita a Dio. Persone che, nel loro modo femminile di affrontare la vita, talvolta complesso, spesso originale, e sempre continuativo, ci affiancano quotidianamente, il cui valore, talvolta, riusciamo a riconoscere solo quando non possono aiutarci più. Scriveva Giovanni Paolo II nella lettera alle donne scritta nel 1995 “Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani”.