Giornata Malato, il Vescovo: “Nessuno lasci soli gli ammalati”

DIOCESI – La malattia non è una disgrazia ma può essere strada di rinnovamento. Lo ha spiegato il Vescovo nella Messa celebrata in Cattedrale a Chiavari. Il malato – ha proseguito – non può essere lasciato a se stesso, isolato, emarginato o dimenticato. L’ammalato è importante nella vita della comunità umana e va accolto e curato. Come fa Gesù con il lebbroso. La lebbra è più di un male fisico, indica il disfacimento dell’uomo, una debilitazione più profonda. Ma Gesù lo purifica: questo gesto dimostra che Dio non abbandona nessuno e che vuol salvare le persone in tutti gli aspetti della loro esistenza. In Gesù, ha proseguito Mons. Tanasini- l’accoglienza del malato è piena. Ecco quindi l’invito a farsi vicini agli infermi. La Chiesa lo fa con tutti i suoi sacerdoti e  con i cappellani degli ospedali. Il Vescovo ha ricordato anche i volontari e i medici, che hanno fatto proprio lo spirito di attenzione e dedicazione agli ammalati, non solo con la loro compentenza e arte ma anche con passione e attenzione umana. Nessuno – ha spiegato – ha un incarico secondario nella cura del malato. Così, ha ricordato ancora il pastore della Diocesi, anche i familiari hanno un ruolo importante. Oggi la cura del malato si sposta nelle case, ed è il modo migliore per incontrarlo. Secondo il Vescovo, infatti, se il malato è accudito in casa può ritrovare il senso della vita, la speranza che lo possa animare, la forza nuova per reagire. Ma la carità cristiana e lo stare vicini non sono le uniche strade, la Chiesa invita a meditare sui sacramenti di guarigione, strumento vivo per l’uomo. Ecco dunque che il sacramento dà all’ammalato la possibilità di vivere il male non come disgrazia ma come strada di rinnovamento. Il Vescovo ha ricordato la confessione, l’Unzione degli Infermi, ma anche l’Eucaristia. Sacramenti che non solo aiutano alla guarigione esteriore ma, soprattutto, sono segno di una guarigione interiore, soprattutto oggi, in un momento in cui gli uomini sono chiamati a rinnovare il senso profondo della vita. Allora, i Sacramenti e la fede sono una porta verso la speranza che arriva da Gesù che, per primo, è stato vicino ai malati.