L’accorato invito alla preghiera di Benedetto XVI nelle ultime ore di Pontificato

130225_ultimo angelus papaCITTA’ DEL VATICANO – Una folla commossa, ha voluto salutare Benedetto XVI nell’ultimo Angelus del suo pontificato. Tanti gli striscioni di associazioni, movimenti, gruppi parrocchiali e Diocesi, tante le bandiere di vari Stati del mondo, e le scritte, le più numerose Ti vogliamo bene, ti siamo vicini, e soprattutto un ripetuto Grazie.
Al suo ultimo affacciarsi dalla finestra che lo ha visto benedire per otto anni i pellegrini, il Papa ha regalato un nuovo squarcio su ciò che sarà per lui fra poche ore ormai. E il Vangelo della seconda domenica di Quaresima – la trasfigurazione di Gesù – gli offre l’immagine per la similitudine più suggestiva. Questo brano, dice, è una “parola di Dio che sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita”:

“Il Signore mi chiama a ‘salire sul monte’, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui l’ho fatto fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze”.

E nel gesto semplice del Papa, nel suo allargare le braccia, c’è tutto il senso di questo suo nuovo Eccomi. Gli applausi ripetuti danno calore ai deboli sprazzi di sole che si accendono sugli oltre 100 mila che hanno gremito la piazza. A chiunque lo ascolti, in piedi di fronte al Palazzo apostolico, o collegato via radio e tv, Benedetto XVI affida un nuovo pensiero, uno degli ultimi del suo magistero.

Nella Quaresima impariamo a dare il giusto tempo alla preghiera, personale e comunitaria, che dà respiro alla nostra vita spirituale. Inoltre, la preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, come sul Tabor avrebbe voluto fare Pietro, ma l’orazione riconduce al cammino, all’azione.

Le ultime parole di Benedetto XVI sono un nuovo saluto, e qui c’è il senso di tutto:

“Vi ringrazio per l’affetto e la condivisione, specialmente nella preghiera, di questo momento particolare per la mia persona e per la Chiesa. A tutti auguro una buona domenica e una buona settimana. Grazie, nella preghiera siamo sempre vicini!”.

Un ultimo saluto, braccia protese verso la folla, poi Benedetto XVI si ritira e la finestra si chiude. Ma passano pochi istanti e la sua parola torna a “correre” sugli smartphone, i tablet, i social media. Un tweet che è insieme richiesta e certezza: “In questo momento particolare, vi chiedo di pregare per me e per la Chiesa, confidando come sempre nella Provvidenza di Dio”.