Il Papa all’Angelus invita i fedeli a non rimanere ciechi, ma ad aprirsi alla luce di Dio

pAPA aNGELUSCITTA’ DEL VATICANO – Non rimanere “ciechi nell’anima”, ma aprirsi “alla luce, a Dio e alla sua grazia”. È l’esortazione di Papa Francesco all’Angelus di ieri, in una Piazza San Pietro gremita da 50 mila fedeli. Nella quarta domenica di Quaresima, il Vangelo di Giovanni presentava la figura del cieco nato: il Pontefice ha più volte esortato a rileggerne il brano. La nostra vita – ha detto – a volte “è simile a quella del cieco che si è aperto alla luce, a Dio e alla sua grazia”; a volte purtroppo “è un po’ come quella dei dottori della legge”, dei farisei, che sprofondarono “sempre più nella cecità interiore”. Oggi – ha proseguito il Pontefice – siamo invitati ad aprirci alla luce di Cristo per portare frutto nella nostra vita, per eliminare i comportamenti che non sono cristiani. L’episodio del cieco nato – ha aggiunto il Pontefice – ci riconduce al Battesimo: “Nel Battesimo noi siamo stati illuminati affinché, come ci ricorda San Paolo, possiamo comportarci come ‘figli della luce’, con umiltà, pazienza, misericordia”. Il Papa ha quindi consigliato di rileggere il brano del capitolo 9 del Vangelo di Giovanni.