Sinodo dei vescovi: Card. Erdö: famiglia non è modello fuori corso.

1569077_ArticoloCITTA’ DEL VATICANO – Dopo l’intervento di Papa Francesco, i lavori del Sinodo sono proseguiti con la “Relazione prima della discussione”, presentata dal card. Peter Erdö, relatore generale dell’Assise. “La famiglia non è un modello fuori corso”, ha detto il porporato, e ad essa la Chiesa guarda con speranza e misericordia. Ribadita, poi, l’indissolubilità del matrimonio, insieme al bisogno di “linee direttrici chiare” per le situazioni familiari difficili. Guardare alla famiglia con speranza e misericordia, annunciandone il valore e la bellezza perché, nonostante le molte difficoltà, essa non è “un modello fuori corso”. Va subito al cuore della questione la “Relazione prima della discussione” del card. Erdö: viviamo in un mondo di sole emozioni, dice il porporato, in cui la vita non è “un progetto, ma una serie di momenti” e “l’impegno stabile sembra temibile” per l’uomo reso fragile dall’individualismo. Ma è proprio qui, di fronte a questi “segni dei tempi”, che il Vangelo della famiglia si presenta come “un rimedio”, una “verità medicinale” che va proposta “ponendosi nell’angolazione di coloro che fanno più fatica a riconoscerla ed a viverla”. No, dunque, al “catastrofismo o all’abdicazione” all’interno della Chiesa: esiste “un patrimonio di fede ampio e condiviso”. Ad esempio: forme ideologiche come la teoria del gender o l’equiparazione delle unioni omosessuali al matrimonio tra uomo e donna non hanno consenso nella stragrande maggioranza dei cattolici, mentre il matrimonio e la famiglia sono ancora largamente intesi come “un patrimonio” dell’umanità, da custodire, promuovere e difendere. Certo: tra i fedeli, la dottrina è spesso poco conosciuta o poco praticata, ma “questo non significa che sia messa in discussione”. Di qui, la necessità di una maggiore formazione, soprattutto per i fidanzati, affinché siano chiaramente consapevoli sia della dignità sacramentale del matrimonio, basato su “unicità, fedeltà e fecondità”, sia del suo essere “un’istituzione della società”. Pur minacciata da “fattori disgreganti”, come il divorzio, l’aborto, le violenze, la povertà, gli abusi, “l’incubo” del precariato, lo squilibrio causato dalle migrazioni – spiega ancora il card. Erdö – la famiglia resta sempre una “scuola di umanità”. Per questo, continua il porporato, la Chiesa sostiene concretamente la famiglia, anche se tale aiuto “non può prescindere da un fattivo impegno degli Stati” nella tutela e promozione del bene comune, attraverso politiche adeguate. Guardando, poi, a coloro che vivono in situazioni matrimoniali difficili, il card. Erdö sottolinea che la Chiesa è una “casa paterna”: nei loro confronti, è necessaria una “rinnovata ed adeguata azione di pastorale familiare”, soprattutto per farli sentire amati da Dio e dalla comunità ecclesiale, in un’ottica misericordiosa che non cancelli, però, “verità e giustizia”. Inoltre, data la diversità delle situazioni – divorzi, matrimoni civili, convivenze – il card. Erdö evidenzia la necessità di “linee direttrici chiare” affinché i pastori delle comunità locali possano concretamente aiutare le coppie in difficoltà, “evitando le improvvisazioni di una pastorale ‘fai da te’ ”. Quanto ai divorziati risposati civilmente, il porporato sottolinea che “sarebbe fuorviante concentrarsi solo sulla questione della recezione dei sacramenti”: occorre, invece, guardare ad un contesto più ampio, di preparazione al matrimonio e di sostegno – non burocratico, ma pastorale – ai coniugi, per aiutarli a comprendere i motivi del fallimento della prima unione ed individuare eventuali elementi di nullità. È importante, quindi, “ritrovare il senso di una solidarietà diffusa e concreta”, superare quella “privatizzazione degli affetti” che svuota di senso la famiglia e la affida alla scelta del singolo; occorre creare, a livello istituzionale, condizioni che facilitino l’accoglienza di un figlio e l’assistenza ad un anziano, quali “beni sociali da tutelare e favorire”. Dal suo canto, la Chiesa deve dedicare una cura particolare all’educazione dell’affettività e della sessualità, spiegandone il valore ed evitando “banalizzazioni e superficialità”.In conclusione, afferma il card. Erdö, la sfida del Sinodo è quella di riuscire a proporre nuovamente al mondo- oltre “la cerchia dei cattolici praticanti e considerando la situazione complessa della società- “il fascino del messaggio cristiano” su matrimonio e famiglia, dando “risposte vere e piene di carità”. Perché “il mondo ha bisogno di Cristo”.