Papa Francesco: “No ad una economia del dio denaro, ad una cultura dello scarto e al lavoro che rende schiavi”

ROMA – Papa Francesco ha visitato questo pomeriggio Villa Nazareth, che sorge nella zona di Pineta Sacchetti a Roma. La visita è stata voluta per celebrare i settent’anni della comunità fondata dal sacerdote romano Domenico Tardini, che poi sarebbe divenuto cardinale e segretario di Stato. Villa Nazareth nasce nel 1946 per accogliere orfani e figli di famiglie numerose e povere e garantire loro una formazione adeguata, dando risposta ai gravi problemi generati dalla Seconda Guerra mondiale. Oggi, invece, la Fondazione si occupa di accogliere studenti universitari che hanno talento ma vivono una situazione di difficoltà economica.
Francesco ha commentato, a braccio, la parabola del Buon Samaritano con alcuni studenti, nella cappella, in collegamento audio con l’esterno. In cappella ha ricevuto anche il saluto del cardinale Achille Silvestrini, presidente della Fondazione Domenico Tardini, che dal 1986 gestisce la comunità. Poi il Papa si è spostato all’esterno dove ha ricevuto il saluto di monsignor Claudio Maria Celli, vice presidente di Villa Nazareth.
Il Papa ha risposto a braccio, affrontando diversi temi, alle domande poste dagli studenti e dagli insegnanti che negli anni hanno collaborato con la Fondazione. L’intervento del papa è stato ad ampio raggio e ha spaziato attraverso tutti i temi che più gli stanno a cuore: la persecuzione dei cristiani, nel martirio di chi è morto invocando Gesù, ma ha anche nel martirio quotidiano, di chi si impegna a testimoniare i valori cristiani nella vita di tutti i giorni; il tema del lavoro, con l’appello ad adoperarsi per una società in cui il lavoro non sia una schiavitù, ma offra adeguate garanzie socio economiche, e spazio per la cura dei bambini e dei nonni. “Siamo schiavi e vittime di un sistema economico che uccide”, ha detto il Santo Padre. A questo proposito il Papa ha nuovamente invitato tutti ad accogliere chiunque chiede rifugio e protezione, ricordando tutte le volte in cui il Signore ha accolto chi gli chiede perdono e consolazione. Poi un nuovo accenno all’importanza della cura della pastorale familiare, all’accompagnamento dei fidanzati e degli sposi, la cui unione è minata da una cultura consumistica che in ultima analisi non rende liberi.