Covid, Alisa: pronti ad attivare fino a 250 terapie intensive”

Due infermieri del reparto di Malattie Infettive dell'ospedale S.Martino. Genova, 30 Gennaio 2020. ANSA/LUCA ZENNARO

GENOVA – C’è una differenza sostanziale fra la prima e la seconda ondata di contagi in Liguria, ed è rappresentata dalla crescita dei ricoveri in terapia intensiva che, oggi, non rischiano di portare il sistema sanitario regionale alla saturazione.
Lo ha precisato nel pomeriggio Alisa, con una nota del Direttore del Dipartimento interaziendale regionale di Emegrenza urgenza, Angelo Gratarola, in risposta ai dati diffusi dal Ministero della Salute e dall’Istituto superiore di Sanità, che hanno inserito la Liguria fra le dieci Regioni italiane a rischio per la tenuta delle terapie intensive.
Secondo lo studio, Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria e Valle d’Aosta hanno una probabilità di superare la soglia del 30% delle terapie intensive occupate da pazienti Covid nel prossimo mese.
Per Alisa, ad oggi, rispetto al mese di marzo-aprile, dove i posti letto di alta intensità hanno raggiunto i limiti della saturazione, l’epidemia insiste maggiormente nelle aree a media e bassa complessità. Questo comporta la necessità di disporre di molti letti ospedalieri a media complessità e posti letto territoriali per completare la fase clinica dopo la dimissione ospedaliera, terminata la fase acuta della malattia.
In Liguria potenzialmente possono essere attivati 250 posti letto, in maniera proporzionale all’andamento dei contagi.
E se è vero, come del resto evidenzia anche il monitoraggiod el Ministero, che la Liguria è fra le Regioni con un tasso di contagi più elevato, il numero di pazienti che necessitano di cure intensive si attesta tra i 20-30 pazienti. Alisa consiera in fase di esaurimento il cluster spezzino, metre ad impensierire, attualmente, è quello particolarmente attivo nell’area metropolitana genovese