Il Papa: “Ripartiamo dallo stupore”

CITTA’ DEL VATICANO – “Non era stupore, quello delle persone che osannavano Gesù al suo ingresso in Gerusalemme, ma mera ammirazione. Per questo, in pochi giorni, il loro atteggiamento è cambiato così profondamente da chiederne la crocifissione”.

Lo ha sottolineato il Papa nell’omelia della Domenica delle Palme. “Ciò che stupisce”, ha aggiunto Francesco, “è che Lui ci ammaestra in silenzio sulla cattedra della Croce: vederLo coronato di spine anzichè di gloria, calpestato e umiliato. Perchè questa umiliazione? Questa è la domanda che ci stupisce. Lo ha fatto per noi”, ha spiegato il Papa, “per attraversare tutto il nostro male e non lasciarci soli nella morte, per salvarci: sale sulla Croce per scendere nella nostra sofferenza, prova il fallimento, il rifiuto, il tradimento, l’abbandono di Dio. Sperimenta nella nostra carne le nostre contraddizioni più laceranti, le redime, le trasforma. Il suo amore arriva dove noi ci vergogniamo di più: ora sappiamo che non siamo soli, Egli è con noi in ogni paura. Nessun peccato ha l’ultima parola”.

“Chiediamo la grazia dello stupore”, è stato l’invito di Francesco, “perchè la vita cristiana senza stupore diventa grigiore: se la fede perde lo stupore diventa sorda, non sente più la meraviglia della grazia, il gusto del pane di vita e il dono del creato. E non trova altra strada che rifugiarsi nei clericalismi – gli stessi che Gesù condanna nel vangelo di Matteo”, sono state le parole del Papa.

“Alziamo lo sguardo sulla croce per ricevere la grazia dello stupore”, ha detto il Santo Padre, che ha chiesto: “Noi riusciamo ancora a lasciarci commuovere dall’amore di Dio? Perchè non sappiamo più stupirci di fronte all’amore di Dio? Forse perchè restiamo chiusi nei nostri rimpianti e ci lasciamo paralizzare dalle nostre insoddsifazioni, abbiamo perso la fiducia in tutto e ci crediamo sbagliati? Ma dietro tutto questo c’è il fatto che non siamo aperti al dono dello Spirito che è Colui che ci dà la grazia dello stupore”, ha aggiunto. “Ripartiamo dallo stupore: lasciamoci stupire da Gesù per tornare a vivere, perchè la grandezza della vita non sta nell’affermarsi ma nello scoprirsi amati, e la grandezza della vita è proprio nella bellezza dell’amore. Nel crocifisso vediamo Dio umiliato, e con la grazia dello stupore capiamo che avvicinando chi è umiliato dalla vita amiamo Gesù, perchè Lui è nei rifiutati, in coloro che la nostra cultura farisaica condanna”.

“Oggi il Vangelo ci svela l’icona più bella dello stupore”, ha detto, in conclusione, Francesco: “la scena del centurione che ha visto morire Gesù amando, sebbene nella sofferenza. Dio sa riempire d’amore anche il morire. In questo amore inaudito il centurione trova Dio. Sotto la croce non si può più fraintendere. Dio si è svelato, e regna con la forza dell’amore”.

“Oggi Dio stupisce ancora la nostra mente e il nostro cuore: lasciamo che questo stupore ci pervada, guardiamo il crocifisso e diciamo anche noi: tu sei davvero il Figlio di Dio, tu sei il mio Dio”