Cantieri di Betania. Si apre anche in Diocesi la nuova fase del Sinodo

Cantieri di Betania. L’immagine guida della seconda fase del Sinodo evoca qualcosa che dura nel tempo, che non si limita ad organizzare eventi o appuntamenti, ma costruisce processi di cambiamento. Anche la Diocesi di Chiavari si mette in cammino lungo questa strada, in comunione con tutta la Chiesa; il secondo anno della fase narrativa del Sinodo prosegue ampliando l’ascolto, cercando di coinvolgere persone, gruppi e ambienti finora non raggiunti, e approfondendolo a partire dai frutti individati.
Ciascuna realtà potrà decidere di adottare uno o più cantieri nel proprio territorio, coinvolgendo tutta la comunità, uscendo dal recinto di chi la frequenta abitualmente, invitando anche coloro che non hanno partecipato fino ad adesso al percorso sinodale. Un nuovo tempo di ascolto per ribadire la domanda “Come il camminare insieme si realizza nella Chiesa particolare?”
Le strade suggerite sono riassunte in tre cantieri.
Il primo è quello della strada e del villaggio, che invita ad ascoltare i diversi mondi in cui i cristiani vivono e lavorano, specie gli ambiti inascoltati: le realtà culturali laiche, le comunità religiose di altro credo, il mondo studentesco, le case di riposo, i divorziati e le coppie in nuova unione, i carcerati, le comunità e le persone LGBT+, le persone con disabilità, chi vive forme di povertà, i migranti, gli ambienti delle arti e dello sport, il mondo del lavoro, dell’economia, dell’impegno politico e sociale, delle istituzioni.
Il secondo cantiere, quello dell’ospitalità e della casa, vuole approfondire l’effettiva qualità delle relazioni comunitarie, a partire da una riflessione su cosa chiedono gli uomini e le donne per sentirsi “a casa” nella Chiesa e cosa può aiutare a cambiare lo stile e la capacità di accogliere. Le strutture sono tutte necessarie? E’ opportuna una loro semplificazione? L’appartenenza si esaurisce alla propria comunità o non è forse utile allargarla a quella della Diocesi? In questo caso è utile coinvolgere i consigli presbiterale e pastorale, le persone che frequentano la Messa domenicale, ma non si coinvolgono e chi si è allontanato dalla vita della comunità.
C’è poi il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale che focalizza l’ambito
dei servizi e ministeri , e che vuole interrogarsi su cosa significhi vita interiore e di preghiera, senza circoscriverla alla partecipazione ai riti. Cosa nutre, insomma, la vita interiore? Quali forme vengono percepite come preghiera? Come coltivare il legame fra vita interiore e servizio? In questo, si possono coinvolgere le comunità religiose, i teologi, le persone appartenenti ad altre chiese cristiane; ad altre religioni o forme di spiritualità, figure professionali legate all’ambito della psicologia e delle neuroscienze, comunità o persone che vivono ministeri e servizi ispirati dalla vita interiore.