In Sud Sudan la seconda tappa del viaggio apostolico di Papa Francesco

“Qui pellegrino, prego perché scorrano fiumi di pace; gli abitanti del Sud Sudan, terra della grande abbondanza, vedano sbocciare la riconciliazione e germogliare la prosperità”. Le parole scritte a mano Francesco nel Libro d’Onore del paese indicano la cifra del viaggio apostolico del Pontefice nella della Repubblica del Sud Sudan. Dopo il Congo, il Papa a Giuba, nel discorso alle autorità, sottolinea l’urgenza dell’unità, senza ‘se’ e senza ‘ma’: “Ci si intenda e si porti avanti l’Accordo di pace, come anche la Road Map”. Occorre cambiare passo, superando inerzia, doppiezze, opportunismi, clientelismi precisa il Pontefice che sprona, inoltre, la comunità internazionale affinché si coinvolga con pazienza e determinazione nel processo di sviluppo dei popoli. L’auspicio del Pontefice è che il Sud Sudan “si riconcili e cambi rotta”:

Tornando alla metafora del fiume Nilo, Bergoglio esprime ancora l’auspicio che il processo di pace non rimanga “impaludato nell’inerzia”. Che ci sia un “cambio di passo”, spera il Papa. L’invito è a sfruttare questa occasione per ricominciare a navigare in acque tranquille.

La convivenza umana, conclude il Papa, è possibile se c’è il disarmo. E se c’è una denuncia chiara dall’esterno, pazienza e determinazione nel condividere problemi così radicali e spinosi con altri Paesi, senza tuttavia imporre modelli estranei alla realtà locale. Così si potrà attivare e consolidare una rete di sostegno e di sviluppo che, di fatto, è la grande sfida rilanciata dal Papa da questi territori duramente provati. Il sogno è che i più piccoli potranno avere la libertà di giocare nella spensieratezza invece che avere tra le mani “strumenti da lavoro” o di morte.