Stati generali natalità, Papa: “I figli indicatore di speranza di un popolo”

Non un vago sentimento positivo sull’avvenire, illusione o emozione. La speranza è una virtù concreta ed è fatta di scelte concrete e una di queste è la famiglia, luogo concreto dove si genera futuro. In quello che lui stesso ha definito un grande cantiere di speranza, la terza edizione degli stati generali della natalità in corso a Roma, Papa Francesco indica la strada per uscire dalla spirale della denatalità e del calo demografico. Una strada che occorre percorrere insieme e nella quale la famiglia non fa parte del problema ma è parte della soluzione aveva detto in precedenza il Pontefice.

Le azioni concrete da mettere in campo ci sono e le elenca in quattro punti il presidente della Fondazione per la natalità Gigi De Palo nell’intervento che ha aperto la giornata. raggiungere quota 500mila nuovi nati entro il 2033 per invertire la tendenza. Per questo non basta l’assegno unico. Serve una fiscalità che tenga conto dei figli. E un Pnrr per la famiglia.

Sia De Palo che poi il Papa toccano il tema del lavoro femminile. “Le donne sono schiave di questa regola del lavoro selettivo, che impedisce poi la maternità”, ha denunciato il Papa. Ridare impulso alla natalità poi vuol dire riparare le forme di esclusione sociale che stanno colpendo i giovani e il loro futuro: affitti sempre più cari e salari insufficienti.

No quindi alla società della stanchezza interiore, che anestetizza i desideri e che vede l’altro come un rivale dal quale difendersi. Una società della tristezza. “Ridiamo fiato ai desideri di felicità dei giovani! chiede Francesco.