Banca CARIGE: due le azioni per il futuro dell’Istituto di credito

Una filiale del gruppo Banca Carige a Genova, in una immagine del 16 novembre 2017. ANSA/LUCA ZENNARO

GENOVA – I Commissari di Banca Carige hanno avviato nelle ultime ore iniziative fondamentali per il futuro della Banca. Considerando la decisione della Banca Centrale Europea di accogliere il piano dell’Istituto di Credito per rispettare in modo sostenibile entro la fine del 2019 i requisiti patrimoniali, i Commissari straordinari, accompagnati da Gianluca Brancadoro per il Comitato di Sorveglianza, hanno incontrato ieri i vertici dello Schema Volontario di Intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (“SVI”) formulando una proposta volta a porre le basi della ridefinizione delle condizioni del prestito subordinato di 320 milioni di Euro sottoscritto per garantire la sostenibilità nel quadro del piano industriale in corso di preparazione e della prospettata aggregazione. Parallelamente, Fabio Innocenzi, Raffaele Lener e Pietro Modiano hanno deciso di avviare una due diligence sui crediti deteriorati della Banca (NPE), che sarà condotta da primari operatori del settore, con l’obiettivo di una ulteriore drastica riduzione degli stessi (che segue quella di oltre 1,5 miliardi di Euro appena effettuata) al fine di includere nel piano industriale una percentuale di questi compresa tra il 5% e il 10% del totale dei crediti. In questo modo la Banca si posizionerebbe al di sotto del valore medio di sistema. Alla due diligence saranno invitati alcuni tra principali operatori italiani e esteri. Beneficiando di queste due iniziative, il piano industriale che verrà presentato entro fine febbraio 2019 potrà prevedere un percorso credibile non solo dal punto di vista della sostenibilità operativa ma anche, e soprattutto, in termini di attrattività in ottica di aggregazione. In questo quadro, al fine di garantire la stabilità della raccolta a medio termine nella presente fase di transizione traendo beneficio dal decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, i Commissari sono in procinto di chiedere l’attivazione della garanzia statale sulla emissione di obbligazioni. Si precisa invece che l’ipotesi di ricapitalizzazione precauzionale, così come evocata dal comunicato del Consiglio dei Ministri, è da considerarsi come un’ulteriore misura a tutela dei clienti, da attivarsi come ipotesi del tutto residuale.