Il Papa loda i vescovi filippini per la lotta ad aborto, pena di morte, povertà e corruzione

CITTA’ DEL VATICANO – La Chiesa cattolica nelle Filippine è ben viva all’interno del Paese: lo dimostrano i suoi vari interventi nei punti nodali della società: dalla difesa della vita e della famiglia secondo l’ottica cristiana, alla lotta contro la corruzione e la pena di morte. Lo ha constatato Benedetto XVI all’udienza concessa al gruppo di presuli filippini, impegnati in questi giorni nella visita ad Limina in Vaticano. Un impegno particolare, il Papa lo ha chiesto ai laici cristiani impegnati nel settore dei media perché contribuiscano a rendere “attraente” il messaggio del Vangelo. La Chiesa non fa politica e questo assioma, che viene dal Vaticano II, è diventato specie da allora un fulcro del Magistero dei Papi del Novecento. Ciò detto, ha ribadito Benedetto XVI agli oltre 30 presuli delle Filippine accolti nel Palazzo apostolico, la Chiesa contribuisce soprattutto alla costruzione di un giusto ordine sociale e di carità, e “predicando la verità evangelica – così come scritto nella Gaudium et spes – e illuminando tutti i settori dell’attività umana con la sua dottrina e con la testimonianza resa dai cristiani, rispetta e promuove anche la libertà politica e la responsabilità dei cittadini”. Una premessa, quella del Papa, pienamente calzante con il lavoro svolto dalla Chiesa del Paese che, in tutta l’Asia, vanta il maggior numero di cattolici, circa il 95%, degli oltre 90 milioni di abitanti. A volte, ha affermato il Pontefice, il compito della proclamazione del Vangelo “tocca temi rilevanti per la sfera politica” e il Papa ha detto esplicitamente di apprezzare la Chiesa delle Filippine.