Passione Domini: il vescovo invita i fedeli a guardare alla Croce con lo sguardo del discepolo, amato da Cristo

passioneDIOCESI – Nella celebrazione in Passione Domini il vescovo diocesano ha messo in rilievo l’essenza dell’essere discepoli di Cristo. Una caratteristica che riguarda tutti i battezzati e che ci rende, in quanto tali, amati da Gesù. Mons. Tanasini ha quindi invitato i fedeli a guardare alla Croce con lo sguardo del discepolo. “E’ giusto- ha detto –  che sentiamo il peso di questa ingiustizia, ma non è meno giusto aprire gli occhi dei discepoli amati e scoprire in ogni gesto la Gloria del Cristo. Egli secondo Giovanni non muore, ma torna a colui dal quale è uscito. Scoprire nella morte del Signore il suo ritorno a casa, bellissimo e solenne”. Di seguito alcuni passaggi dell’omelia del vescovo pronunciata nella Cattedrale di N. S. dell’Orto a Chiavari. “Giovanni era il discepolo che Gesù Amava. Il testimone è anche colui che ha gli occhi per vedere, perchè ha gli occhi di colui che è amato. Se vogliamo leggere nel suo mistero gli eventi della passione dobbiamo sentirci discepoli amati. Ognuno di noi è discepolo che Gesù ama. Gli eventi della Passione si devono vivere non soltanto come spettatori, non soltanto come lettori, non soltanto come coloro che esaminano un racconto, ma come discepoli. I discepoli sono desiderosi di comprendere, sanno di essere amati e si lasciano avvolgere da questo amore. Allora scopriremo davvero la sovranità di Cristo. Gesù è colui che si consegna, dopo aver dimostrato la sua potenza. Non potrebbero incatenarlo se lui non volesse, sarebbero stramazzati a terra davanti a lui coloro che sono venuti a prenderlo. Gesù davanti a Pilato si dichiara Re, non di questo mondo. Potremo capire davvero che tutte le parole, tutti i gesti, andando al di là dalla cronaca e scoprendo che ognuno di questi gesti è gesto di salvezza. In ognuno è nascosto un dono, un dono divino. Il colpo di lancia è fonte di vita. Il sangue e l’acqua che escono sono l’acqua che scorre e purifica gli uomini e lava nel lavacro della vita. Dà loro la vita nuova col battesimo. Il sangue è il sangue dell’Eucaristia, il sangue offerto della nuova alleanza. E si comprende che di là nasce la Chiesa. Colui che è sconfitto è colui che genera vita nuova. Nuovi figli di Dio. Ecco allora se guardiamo con gli occhi del discepolo amato lo potremmo rileggere il Vangelo e scoprire che tutte queste frasi sono nostra salvezza. Davanti alla croce è giusto che ci commoviamo. E’ giusto che ci sentiamo trafiggere il petto, il peso di un evento drammatico, l’uccisione di un innocente figlio di Dio. E’ giusto che sentiamo il peso di questa ingiustizia, ma non è meno giusto aprire gli occhi dei discepoli amati e scoprire in ogni gesto la Gloria del Cristo. Egli secondo Giovanni non muore, ma torna a colui dal quale è uscito. Scoprire nella morte del Signore il suo ritorno a casa, bellissimo e solenne. E’ il ritorno del figlio amante, che dà se stesso per la salvezza di tutti. Del figlio che obbedisce senza riserva. Con gli occhi del discepolo che Gesù amava, noi potremmo renderci conto che quell’amore è infinito perchè è l’amore di Dio fatto uomo. E quell’amore restituisce al Padre coloro che hanno creduto e amato, e che hanno tradito questo amore. Ci riporta a lui. Guardiamo quella croce, sentiamoci avvolti da quell’amore. Presi da quell’obbedienza senza riserve perchè è del figlio di Dio fatto uomo e troviamo la pace della nostra salvezza.”