Celebrata Messa in memoria di Mons. Daniele Ferrari

CHIAVARI – Affidare a Maria le nostre aspirazioni, ma anche le nostre povertà: la lucida constatazione di Mons. Daniele Ferrari, nelle messa di chiusura dell’anno del centenario della diocesi, voleva dire accettare la strada dell’umiltà, quella scelta da Dio e tracciata per gli uomini, per la realizzazione del disegno di fedeltà del Signore. Lo ha ricordato e sottolineato il Vescovo questo pomeriggio, durante la Santa messa nel secondo anniversario della mostre del sesto vescovo di Chiavari, mons. Daniele Ferrari, bergamasco di origine, pastore della diocesi per 22 anni. Mons. Alberto Tanasini ha incentrato la sua riflessione sulla fedeltà di Dio, promessa e realizzata nell’Incarnazione del suo figlio. Dio realizza a modo suo quello che promette aui suoi figli: non sceglie la strada della regalità, ma nella povertà, nell’umiltà, in quella che per gli uomini è assenza di significato. “Se accettiamo che Egli realizzi la sua promessa anche quando sceglie l’umiltà e la povertà, allora cogliamo che la promessa è mantenuta e diventa meravigioso scoprire come Egli realiza le sue opere; questo è il vero regno di Dio”, ha detto il Vescovo nell’omelia, e ha aggiunto: “Noi abbiamo i nostri progetti, vogliamo usare i nostri criteri e il Signore non segue nostre strade. La domanda che ci viene posta è: accettiamo questo tipo di fedeltà? Noi vogliamo un Dio che segua il nostro modo di pensare”. La strada verso Betlemme conduce invece al riconoscimento di quello che ha vissuto Maria, che ha accolto e vissuto la parola di Dio. Seguire l’esempio di maria, ecco una delle indicazioni lasciate in eredità da Mons. Ferrari alla diocesi. ‘Maria infonde in noi l’assillo costante dell’obbedienza al vangelo’, questo era il suo auspicio, assieme all’invito di  essere coscienti del dovere di portare luce Vangelo dove essa diventata solo un lucignolo”.