La parola di Benedetto XVI su “You Tube”

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CITTA’ DEL VATICANO – Quello di oggi è un giorno che scrive una nuova pagina di storia per la Santa Sede: dalle 12, sul sito di You Tube, è possibile vedere l’immagine del Papa e ascoltarne la parola. E nello stesso giorno, è stato presentato in Sala Stampa vaticana il Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, in programma il 24 maggio prossimo. Un documento col quale il Pontefice si rivolge in particolare ai giovani, alla “generazione digitale”, perché soprattutto da essa venga l’impulso a evangelizzare quel “vero dono per l’umanità” che è Internet, rendendola un luogo capace promuovere i grandi valori dell’esistenza e non di banalizzazione dei rapporti umani. L’analisi di Benedetto XVI parte dal positivo del mondo digitale e dalle responsabilità che la sua gestione comporta. Anzitutto, dice, i vantaggi delle nuove tecnologie devono essere “messi al servizio di tutti gli esseri umani”. Incoraggio, scrive il Pontefice, chi lavora in questo settore emergente dei media perché promuova “una cultura del rispetto, del dialogo, dell’amicizia”. E dunque un netto “no” – scandisce – a chi se ne serve invece per alimentare “l’odio e l’intolleranza”, per svilire “la bellezza e l’intimità della sessualità umana, per sfruttare “i deboli e gli indifesi”. 

Ma un capitolo, il Papa lo dedica a chi al contrario vive la dimensione del “tempo reale” della rete, connettendosi per lavoro o svago ogni giorno e più volte al giorno. Il lato positivo di quelli che definisce “desiderio di connessione” e “istinto di comunicazione” il Pontefice li ravvisa nella naturale “propensione” degli esseri umani a entrare in rapporto con gli altri. In fondo, riconosce, “questo desiderio di comunicazione e amicizia è radicato” nella nostra natura come “riflesso della nostra partecipazione al comunicativo ed unificante amore di Dio, che vuol fare dell’intera umanità un’unica famiglia”. E infatti, prosegue, i benefici del cyberspace sono “molti: le famiglie possono restare in contatto anche se divise da enormi distanze, gli studenti e i ricercatori hanno un accesso più facile e immediato ai documenti, alle fonti e alle scoperte scientifiche e possono, pertanto, lavorare in équipe da luoghi diversi”. 

Tuttavia i pericoli non mancano. “Occorre non lasciarsi ingannare da quanti – scrive Benedetto XVI – cercano semplicemente dei consumatori in un mercato di possibilità indifferenziate, dove la scelta in se stessa diviene il bene, la novità si contrabbanda come bellezza, l’esperienza soggettiva soppianta la verità”. E con altrettanta chiarezza, il Papa mette in guardia soprattutto i giovani a “non banalizzare il concetto l’esperienza di amicizia” che negli ultimi anni – nota – hanno goduto “di un rinnovato rilancio nel vocabolario delle reti sociali digitali”. “Sarebbe triste – si legge nel Messaggio – se il nostro desiderio di sostenere e sviluppare on-line le amicizie si realizzasse a spese della disponibilità per la famiglia, per i vicini e per coloro che si incontrano nella realtà di ogni giorno, sul posto di lavoro, a scuola, nel tempo libero. Quando, infatti, il desiderio di connessione virtuale diventa ossessivo – soggiunge – la conseguenza è che la persona si isola, interrompendo la reale interazione sociale. Ciò finisce per disturbare anche i modelli di riposo, di silenzio e di riflessione necessari per un sano sviluppo umano”.

L’ultimo appello è per i “giovani cattolici”. La rete, scrive, è uno sterminato “continente digitale” lungo il quale soprattutto voi siete chiamati a testimoniare il Vangelo. E perché ciò sia fatto con efficacia, Benedetto XVI offre un paragone suggestivo: “Nei primi tempi della Chiesa – ricorda – gli Apostoli e i loro discepoli hanno portato la Buona Novella di Gesù nel mondo greco romano: come allora l’evangelizzazione, per essere fruttuosa, richiese l’attenta comprensione della cultura e dei costumi di quei popoli pagani nell’intento di toccarne le menti e i cuori, così ora l’annuncio di Cristo nel mondo delle nuove tecnologie suppone una loro approfondita conoscenza per un conseguente adeguato utilizzo”.