Pacchetto sicurezza: i medici del Tigullio non denunceranno gli irregolari

TIGULLIO – L’impatto del pacchetto sicurezza è più emotivo che reale riguardo alla possibilità della denuncia degli stranieri non in regola con il permesso di soggiorno da parte dei medici. Il provvedimento prevede che il medico possa segnalare il paziente straniero irregolare, mentre prima la regola era opposta: il medico non poteva segnalare per nessun motivo il paziente senza permesso di soggiorno. Poiché i medici non hanno l’obbligo, ma solo la facoltà, di fatto nessuno ha intenzione di fare denuncia. C’è già una presa di posizione dell’Ordine nazionale dei medici, mentre per ora non è arrivata nessuna indicazione dall’Ordine della Regione Liguria. I medici della ASL 4 si sono dati il criterio di non procedere alle segnalazioni, continuando in sostanza a comportarsi come facevano in precedenza. L’effetto del pacchetto sicurezza può farsi sentire, però, a livello dei pazienti: per paura della segnalazione, ci possono essere stranieri irregolari che rinunciano a farsi curare. Ora come ora, è troppo presto per notare linee di tendenza: al pronto soccorso di Lavagna non si è avuta la sensazione di un calo di arrivi degli stranieri; è interessante il caso dell’ambulatorio Nessuno escluso, aperto due giorni alla settimana il lun e il giov in corso Dante a Chiavari nel Dipartimento Prevenzione proprio per dare la possibilità di visita agli stranieri irregolari: mentre la prima settimana si è registrata una notevole diminuzione di stranieri, questa settimana si è ritornati al livello standard. La coordinatrice Laura Morbelli ha colto, però, qualche sentore: “loro si spaventano -ha detto- soprattutto per la campagna stampa su queste misure di sicurezza”. Non ci sono stati significative flessioni di visite agli stranieri da parte dei medici di famiglia, anche in virtù del rapporto di fiducia. Ciononostante, la posizione dei medici è contraria e si è formata una commissione di studio all’interno dell’Ordine dei medici, della quale fa parte anche Antonio Zampogna: “il provvedimento è inaccettabile -afferma-. L’obbligo di denuncia delle malattie esiste già; non ha senso la denuncia del paziente, che va contro il nostro codice deontologico, in base al quale abbiamo il dovere di curare tutti, indipendentemente dalla razza o dalla religione”. C’è anche un aspetto critico che riguarda la prevenzione: “il rischio -continua Zampogna- è che la gente malata non si presenti dal medico per paura; allora si profila davvero un pericolo pubblico. Tra l’altro, proprio la malnutrizione e le condizioni igienico sanitarie, nelle quali versano i clandestini, possono portare malattie diffusive, tra le quali la tubercolosi”.