Il Messaggio del Papa per la Giornata della Gioventù

CITTA’ DEL VATICANO – Ridare fiducia ai giovani e a tutta l’umanità, in questo tempo di crisi, facendo conoscere a tutti che la vera grande speranza è Cristo: è quanto in sintesi afferma Benedetto XVI nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù che quest’anno si celebrerà a livello diocesano il 5 aprile prossimo, Domenica delle Palme. Tema del Messaggio: “Abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente”. “La speranza – afferma il Papa – non è solo un ideale o un sentimento, ma una persona viva: Gesù Cristo, il Figlio di Dio”. Solo in Lui “l’essere umano trova la sua vera realizzazione”. Benedetto XVI sottolinea il fatto che “la crisi di speranza” che oggi investe l’umanità è “una delle conseguenze principali dell’oblio di Dio” che segna le nostre società e “colpisce più facilmente le nuove generazioni che, in contesti socio-culturali privi di certezze, di valori e di solidi punti di riferimento, si trovano ad affrontare difficoltà che appaiono superiori alle loro forze”. Giovani “feriti dalla vita, condizionati da una immaturità personale che è spesso conseguenza di un vuoto familiare, di scelte educative permissive e libertarie e di esperienze negative e traumatiche”. Giovani che hanno intrapreso “una fuga alienante verso comportamenti a rischio e violenti, verso la dipendenza da droghe e alcool”. Giovani che si trovano “in condizioni penose per aver seguito i consigli di ‘cattivi maestri'” ma che continuano a sentire “il desiderio di amore vero e di autentica felicità”. “Come annunciare la speranza a questi giovani?” – si chiede il Papa: “L’impegno primario che tutti ci coinvolge – scrive – è quello di una nuova evangelizzazione, che aiuti le nuove generazioni a riscoprire il volto autentico di Dio, che è Amore”. Il Papa invita ad essere “testimoni credibili della speranza cristiana” sulle orme di San Paolo che è stato “interiormente trasformato dall’Amore divino incontrato nella persona di Gesù Cristo”: è Lui che dà senso alla vita. La speranza nasce dunque dall’incontro con Gesù: ed è Lui stesso che “si offre a noi” anche “nell’oscurità” della nostra ricerca. Le vie per trovarlo sono “la preghiera perseverante” – ed è più proficua la preghiera fatta insieme agli altri – e, ancora, l’inserimento in gruppi, movimenti e itinerari di fede, l’ascolto della Parola di Dio e l’Eucaristia attorno a cui “nasce e cresce la Chiesa, la grande famiglia dei cristiani”. Benedetto XVI esorta gli stessi giovani a diffondere questa grande speranza senza scoraggiarsi di fronte a prove e difficoltà: “siate pazienti e perseveranti – scrive – vincendo la naturale tendenza dei giovani alla fretta, a volere tutto e subito”. “Fate scelte che manifestino la vostra fede – aggiunge – mostrate di aver compreso le insidie dell’idolatria del denaro, dei beni materiali, della carriera e del successo, e non lasciatevi attrarre da queste false chimere. Non cedete alla logica dell’interesse egoistico, ma coltivate l’amore per il prossimo … sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”. La vera fede illumina la vita. Infatti – sottolinea il Papa – “il cristiano autentico non è mai triste, anche se si trova a dover affrontare prove di vario genere, perché la presenza di Gesù è il segreto della sua gioia e della sua pace”. Il Papa indica a tutti l’esempio di Maria, che “è rimasta, salda nella speranza, ai piedi della Croce”. E alla fine del Messaggio cita San Bernardo: “Nei pericoli, nelle angustie, nelle perplessità, pensa a Maria … invocandola non perderai la speranza … Appoggiato a lei non scivolerai; sotto la sua protezione non avrai paura di niente; con la sua guida non ti stancherai; con la sua protezione giungerai a destinazione”.