Il Papa in volo per l’Africa risponde ai giornalisti

<br />CITTA’ DEL VATICANO – Amo l’Africa e la fede gioiosa degli africani, questo viaggio in Camerun e Angola vuole essere un segno di gioia e speranza: con queste parole, Benedetto XVI ha parlato del suo imminente arrivo in terra camerunese, rispondendo a sei domande rivoltegli qualche dai giornalisti sull’aereo papale diretto a Yaoundé. Qui, dopo circa sei ore di volo, avrà inizio, con la cerimonia di benvenuto, l’11.mo viaggio apostolico internazionale di Benedetto XVI. Dall’aereo papale, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, riferisce dei passaggi salienti della conferenza stampa. Il Papa ha risposto a sei domande dei giornalisti in circa venti minuti, mezz’ora. Ha toccato molti punti cruciali: ad esempio, la crisi economica mondiale e il suo impatto nei Paesi poveri e l’importanza dell’etica per un retto ordine economico-mondiale, argomento che sarà sviluppato ulteriormente anche nella prossima Enciclica. Ha parlato pure della Chiesa africana, della sua vitalità e dei suoi problemi: dell’annuncio del Vangelo per il continente, della capacità dell’annuncio della Chiesa di rispondere alle attese più profonde della cultura africana e di dare un ampio respiro comunitario e di lungo termine, a differenza delle promesse di benessere di breve termine che danno le sette religiose. Il Papa ha anche parlato dell’Aids e della prospettiva cristiana dell’amore e della sessualità e dell’impegno efficace e positivo di tante istituzioni cattoliche a vantaggio dei malati e dei sofferenti, un messaggio di speranza per l’Africa e per la Chiesa in Africa: “Direi che non si può superare questo problema dell’Aids solo con slogan pubblicitari, non si può superare con la distribuzione di preservativi, che al contrario aumentano il problema. La soluzione può solo essere una umanizzazione della sessualità, un rinnovo spirituale e umano”. Sorridendo il Papa, all’inizio della conferenza, ha anche risposto a una domanda circa la sua presunta solitudine, di cui parlano tanto spesso i media: “Per dire la verità, mi fa un po’ ridere questo mito della mia solitudine. In nessun modo mi sento solo. Ogni giorno ricevo delle visite dei collaboratori più stretti, incominciando dal segretario di Stato. Sono realmente circondato da amici e in stupenda collaborazione con vescovi, collaboratori, laici e sono grato per questo”. In sostanza, abbiamo visto, all’inizio di questo viaggio, un Papa sereno e fiducioso sulla strada del suo primo incontro, come Pontefice, con l’Africa.