Incontro di Benedetto XVI con Presidente Autorità Palestinese

BETLEMME – Stamani il Papa, poco prima delle 8.00, è giunto a Betlemme nei Territori Autonomi Palestinesi. Benedetto XVI è stato accolto dal presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas. La cerimonia di benvenuto si è svolta nel piazzale antistante il Palazzo presidenziale. Dopo l’esecuzione degli inni il saluto del presidente Abbas che ha ringraziato il Papa per la sua visita: ha poi parlato delle sofferenze del popolo palestinese, del fatto che in questa terra si costruiscono muri e non ponti. Ha denunciato la presenza del muro che assedia Gerusalemme e impedisce ai figli della Cisgiordania di andare a pregare al Santo Sepolcro o alla Moschea di Al-Aqsa e consacra l’annessione della Gerusalemme araba a Israele. Ma la Gerusalemme araba – ha detto – è la capitale eterna della Palestina. Si costringono i palestinesi all’emigrazione, le case sono rase al suolo, i terreni confiscati. Ha ribadito la necessità di due Stati sovrani, Israele e la Palestina, che vivano accanto in un clima di pace e stabilità, ha chiesto la soluzione del problema dei profughi nel rispetto delle decisioni Onu. Ha accennato alla tragedia di Gaza. Siamo per la pace – ha detto Abbas – noi continuiamo ad avere speranza in un domani in cui non ci sarà né occupazione, né posti di blocco, né prigionieri, né rifugiati, ma convivenza, coesistenza e benessere. Il Papa da parte sua ha detto: “la Santa Sede appoggia il diritto del Suo popolo ad una sovrana patria Palestinese nella terra dei vostri antenati, sicura e in pace con i suoi vicini, entro confini internazionalmente riconosciuti. Anche se al presente questo obiettivo sembra lontano dall’essere realizzato, io incoraggio Lei e tutto il Suo popolo a tenere viva la fiamma della speranza, speranza che si possa trovare una via di incontro tra le legittime aspirazioni tanto degli Israeliani quanto dei Palestinesi alla pace e alla stabilità. Per usare le parole del precedente Papa Giovanni Paolo II, non vi può essere ‘pace senza giustizia, né giustizia senza perdono’. Quindi ha aggiunto: “non permettete che le perdite di vite e le distruzioni, delle quali siete stati testimoni suscitino amarezze o risentimento nei vostri cuori. Abbiate il coraggio di resistere ad ogni tentazione che possiate provare di ricorrere ad atti di violenza o di terrorismo”.