Primi Vespri in onore di Nostra Signora dell’Orto ieri sera in Cattedrale

CHIAVARI – I primi Vespri, recitati in Cattedrale a Chiavari, hanno aperto le riflessioni sulla festa di N. S. dell’Orto. Punto centrale dell’omelia del Vescovo è stata la figura di Maria de’ Guercio, soprannominata Turchina, donna chiavarese scampata alla peste che fece dipingere l’immagine della Madonna sul muro di un orto cittadino. Siamo nel 1493, l’opera venne realizzata da Benedetto Borzone. Turchina – ha detto Mons. Alberto Tanasini – è una donna che ha  avuto fiducia. Grazie alla preghiera e alla sua devozione nei confronti di Maria, la donna non si ammalò di peste. Lo spirito necessario per affrontare l’anno mariano si forma con la fiducia in Dio e la fiducia nell’intercessione della Vergine. Le proprie capacità rendono superflua questa fiducia? Eppure è un atteggiamento dell’anima, soprattutto è espressione di umiltà – ha detto il Vescovo ai fedeli presenti. Maria di Nazareth è l’espressione massima di questa umiltà. Lei e Turchina si trovano nella stessa posizione spirituale – ha spiegato ancora Mons. Tanasini – c’è intesa tra l’umiltà dell’una e dell’altra. Oggi ci viene chiesto di porci nella stessa sintonia. E’ un atteggiamento interiore, il cui frutto è la gratitudine. Ma c’è un secondo aspetto da cogliere nella figura di Turchina – ha sottolineato il Vescovo. Quando prega per sé lo fa per carità e con grande devozione. Questa carità è una delle strade che aprono a Maria. Da un fatto personale, cioè il rischio di ammalarsi di peste, la sua vicenda diventa quella di una città intera. La Vergine è ancora oggi per Chiavari e per il suo popolo una presenza materna, amorevole. Maria è rappresentata nell’atto di stringere al seno il Bambin Gesù, mentre con la mano destra tiene alzato il piccolo braccio del Figlio a benedire la città di Chiavari. Benedetto Borzone rappresentò, ai lati della finestrella, anche le immagini di S. Sebastiano e S. Rocco, protettori contro la peste. Il modo usato da Turchina per ringraziare la Vergine deve far riflettere i fedeli della Diocesi. Per vivere quest’anno mariano – ha concluso Mons. Tanasini – dobbiamo metterci sulla via di Turchina, imparare dalla sua semplicità e umiltà e chiedere queste caratteristiche come dono per questi giorni di festa.