CASTELGANDOLFO – “Maria, Madre dei sacerdoti” è stato il tema al centro della catechesi odierna del Papa all’udienza generale a Castel Gandolfo. Benedetto XVI, in prossimità della solennità dell’Assunzione e nel contesto dell’Anno Sacerdotale, ha parlato del nesso tra Maria e il sacerdozio, “un nesso profondamente radicato nel mistero dell’Incarnazione”. Per farsi uomo – spiega – Dio “aveva bisogno del sì libero di una sua creatura”: “Dio non agisce contro la nostra libertà e succede una cosa realmente straordinaria: Dio si fa dipendente della libertà del sì di una sua creatura. Aspetta questo sì”. “Il sì di Maria è la porta per la quale Dio poteva farsi uomo – ha proseguito il Papa – e così Maria è profondamente coinvolta nel mistero dell’Incarnazione e della nostra salvezza” attuata da Cristo attraverso il dono di sé sulla Croce. Qui Gesù affida Maria al discepolo prediletto: “Il Vangelo ci dice che da questo momento San Giovanni prese Maria nell’intimo della sua vita, del suo essere, nella profondità del suo essere’. Prendere con sé Maria significa quindi introdurla nel dinamismo della propria esistenza”. C’è dunque un “peculiare rapporto di maternità” alla base della predilezione di Maria per i presbiteri. E la Madre di Dio predilige i sacerdoti per due ragioni: “Perché sono più simili, fra tutti, a Gesù, amore supremo del suo cuore, e perché anch’essi, come Lei, sono impegnati nella missione di proclamare, testimoniare e dare Cristo al mondo.” Infine, dopo i saluti nelle varie lingue, il pensiero del Papa è andato “alle numerose popolazioni che nei giorni scorsi sono state colpite dalla violenza del tifone nelle Filippine, a Taiwan, in alcune provincie sud-orientali della Repubblica Popolare Cinese e in Giappone.
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