Benedetto XVI in visita a Viterbo e Bagnoregio

VITERBO – Il vincolo di comunione e di affetto che lega la diocesi di Viterbo al Successore di Pietro è stata la nota dominante nella visita pastorale di Ben XVI. Il rapporto storico -ricordato dal Pontefice all’Angelus- risale al XIII sec., quando Viterbo fu scelta come residenza dei papi; qui si svolsero cinque conclavi; quattro pontefici sono sepolti a Viterbo e cinquanta papi l’hanno visitata: tra questi anche GPII. Pertanto, Viterbo viene detta Città dei Papi; inoltre nel territorio dell’antica Tuscia ebbero i natali S. Leone Magno e i papi Sabiniano e Paolo III. Ben XVI ha visitato il Palazzo dei Papi e la Sala del Conclave, prima di celebrare la Messa nella valle prospiciente l’antica porta denominata Faul. Nell’omelia il Papa ha dato tre linee fondamentali alla diocesi di Viterbo: l’educazione alla fede, la testimonianza della fede e l’attenzione ai segni di Dio.”non abbiate paura -ha detto ai laici- di vivere e di testimoniare la fede nei vari ambiti della società, nelle molteplici situazioni dell’esistenza umana!”.
Il Santo Padre si è recato poi al Santuario di S. Rosa, co-patrona di Viterbo, per venerare le reliquie, “fulgido esempio -ha sottolineato il Papa- di fede e di generosità verso i poveri”.
La II tappa del viaggio è stata Bagnoregio, visitata per la prima volta da un Papa: per Ben XVI è stato un ritorno al proprio passato spirituale e intellettuale. Il discorso che ha pronunciato in piazza Sant’Agostino è stato un affettuoso ricordo del francescano San Bonaventura, uno dei maestri nella sua formazione teologica. Instancabile cercatore di Dio, serafico cantore del creato, messaggero di speranza: il Papa ha sottolineato come “alla sapienza, che fiorisce in santità, Bonaventura orienta ogni passo della sua speculazione e tensione mistica”.
Benedetto XVI ha espresso la necessità di “una speranza affidabile” per superare le difficoltà del presente e si è augurato una riscoperta della bellezza del creato come dono divino. Ha invitato in particolare i sacerdoti – nello speciale anno a loro dedicato – a mettersi alla scuola di questo grande Dottore della Chiesa per approfondirne l’insegnamento di sapienza radicata in Cristo.