Frane: situazioni critiche nel comune a Leivi

LEIVI – Lo smottamento di via Gazzo preoccupa l’amministrazione di Leivi. La terra franata pochi giorni fa sulla strada comunale è stata rimossa. In campo i Vigili del Fuoco di Chiavari e i Carabinieri. Un masso di grandi dimensioni, tuttavia, è ancora in bilico sul versante. La strada è chiusa al traffico. La via di accesso al comune di Carasco attraverso Leivi, dunque, è stata interdetta con un’ordinanza urgente del Sindaco Vittorio Centanaro. Per fortuna non è una via di comunicazione molto transitata. La giunta intende chiedere un contributo regionale per procedere ai lavori di ripristino della parete. La spesa è ancora da valutare. Presto sarà incaricato un geologo affinché valuti lo stato di salute dell’intero versante – ha spiegato Roberta Croce, geometra dell’ufficio tecnico comunale. Tutto il territorio di Leivi, in ogni caso, è sotto osservazione – ha aggiunto. Problemi sono emersi anche in via Miramare. La ditta che stava eseguendo gli interventi di riqualificazione di un ciglio franato alcune settimane fa si è dovuta fermare. Durante gli scavi, infatti, gli operai si sono trovati di fronte ad un banco di terra mista a sabbia cedevole. Il rischio era quello di veder franare tutta la sede stradale, vale a dire tra i cinquanta e i cento metri di asfalto. La zona interessata è quella che va dal bivio dei Selaschi, in zona S. Bartolomeo, al convento delle Suore Carmelitane Scalze. I lavori erano già stati finanziati con un contributo regionale. Attualmente in via Miramare è stato istituito un semaforo con senso alternato e limite di portata sui 35 quintali. Transito vietato ai mezzi pesanti, via libera solo alle vetture. Si può scendere solo da via dei Selaschi che, per altro, sarà riaperta la settimana prossima anche in questo caso con il traffico regolato da un semaforo. In via dei Selaschi, il Comune ha deciso di ampliare la carreggiata per un tratto di circa 30 metri. La chiusura della strada è prevista sino al prossimo 26 febbraio, anche se non si esclude di riaprire prima se i lavori saranno terminati in anticipo. Ammonta ad oltre 160 mila euro il costo complessivo dell’appalto. Nel nostro territorio – ha concluso il geometra dell’ufficio comunale – sono ancora tante le situazioni idrogeologiche a rischio.