Siate discepoli e non spettatori: l’invito del vescovo per la Settimana Santa

<br />CHIAVARI – Siamo nella settimana Santa, cuore dell’evento cristiano, nel corso della quale la Chiesa ripercorre gli ultimi momenti della vita terrena di Gesù. I riti della Domenica delle Palme che abbiamo celebrato ieri ci introducono in questo tempo forte. Il vescovo ha presieduto la celebrazione in Cattedrale a Chiavari, invitando i fedeli a porsi in atteggiamento di discepoli e non di spettatori. Mons. Tanasini ha fatto riferimento agli attacchi rivolti oggi alla Chiesa e al Santo Padre, manifestando piena solidarietà a BenXVI e invitando tutti i fedeli alla preghiera intensa per superare il tempo della prova. Riportiamo di seguito il testo integrale dell’omelia del vescovo: “Abbiamo iniziato la Settimana Santa con il suggestivo ricordo dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, ricordo che, anche con i gesti, ci ha voluto rendere partecipi dell’evento: proclamare la regalità di Gesù. “Benedetto colui che viene, il re”, ha sottolineato San Luca, che anche con altri particolari del racconto insiste sulla regalità messianica (ingresso sull’asino cavalcatura di re, in più mai prima cavalcato, quasi “consacrato”, e i gesti di omaggio). L’evangelista è ben consapevole che non si tratta di un trionfo da tutti partecipato: il lamento dei farisei anticipa ben altro rifiuto, quello della passione prossima. L’unico luogo citato nel brano di Vangelo è il “monte degli Ulivi”: luogo del combattimento finale, secondo il profeta Zaccaria, e quindi dell’attesa del Messia; luogo della lotta interiore di Gesù all’inizio della passione, luogo della ascensione gloriosa di Gesù risorto. Ecco dunque noi oggi rendiamo folto il gruppo dei discepoli riconoscendo in Gesù il nostro Re, con un gesto consapevole: non ci deluderà il suo abbassamento fino alla croce, cercheremo in questi giorni di comprendere meglio quella regalità sofferente, unica via aperta alla nostra fede e al nostro amore per vivere la gloria autentica, non effimera della Pasqua. Noi discepoli e non spettatori: è l’atteggiamento al quale ci invita anche il racconto della Passione secondo San Luca. Mi soffermo brevemente sul momento del Getsemani. Gesù non porta con sé, secondo il Vangelo di Luca, solo i tre, ma “anche i discepoli lo seguirono”. Della Passione il protagonista è Gesù, Lui guardiamo, ma per “seguirlo”, per unirci a Lui ed essere partecipi della sua vicenda, della sua “lotta” interiore, avvertiti che anche per il discepolo si apre una via di tentazione e di prova. Oggi la Chiesa è nella prova: ci ritireremo come spettatori? Prenderemo le distanze da essa come sfiduciati e delusi? Oppure sentiremo nostra l’umiliazione che viene a lei dalla infedeltà di quanti, suoi figli, l’hanno ferita? Ma nello stesso tempo non rimoveremo la certezza che è lei, la Chiesa, ad aver ricevuto il mandato di rendere presente Cristo Gesù tra gli uomini e che nulla annienterà questo mandato, anzi la presenza del Signore. Si tenta di colpire il Santo Padre per mortificare una parola e una autorità che non piace, che mette a disagio. Ma oltre a rilevare le distorsioni pretestuose e mistificanti dei fatti, noi oggi ripetiamo le parole del Signore appena ascoltate: “Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli”. Con la certezza di queste parole del Signore, efficaci anche oggi, ci stringiamo al Santo Padre Benedetto e gli diciamo affetto e fiducia senza riserve. E per parte nostra non vogliamo essere discepoli addormentati per l’oppressione. Nei momenti della prova della Chiesa i santi, tutti, hanno deciso una vita cristiana più vera, una penitenza più decisa per noi e per i deboli. Soprattutto una preghiera intensa e desta, unita a quella di Gesù nel Getzemani. Egli ha superato la “lotta” affidandosi al Padre e ci ha chiesto di fare lo stesso. Sono certo che così tutti sapremo, vorremo fare.”