Il Papa ad un anno dal sisma in Abruzzo: ricostruire con la fede in Cristo Risorto

</p>L’AQUILA – “Un anno dopo il tragico terremoto che colpì L’Aquila e Provincia, il Santo Padre desidera esprimere alla Chiesa aquilana e alla comunità civile i sentimenti della sua spirituale vicinanza e rinnovare un incoraggiamento per la ricostruzione umana e sociale fondata sulla salda roccia della fede in Cristo Risorto”. È il messaggio di Benedetto XVI, a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, letto questa notte al termine della celebrazione nella Basilica di Collemaggio, dal vescovo ausiliare dell’Aquila, mons. Giovanni D’Ercole. Migliaia di persone hanno commemorato ieri le 308 vittime del sisma. Il momento più toccante alle 3.32, ora della scossa, quando all’Aquila sono risuonati 308 rintocchi delle campane della chiesa delle Anime Sante, uno per ogni vittima.  Nella notte, L’Aquila ha ricordato tutte le 308 vittime del sisma, con una fiaccolata che ha attraversato le strade del centro storico al rintocco della campana. Nella Basilica di Collemaggio, la popolazione si è stretta intorno all’arcivescovo Molinari per una celebrazione, iniziata alle 4.00 del mattino. Hanno partecipato molti volontari, vigili del fuoco ed autorità civili e militari. Un racconto dedicato ad Onna ha aperto ieri pomeriggio la rievocazione delle 40 vittime del paese simbolo del sisma abruzzese di un anno fa. Alle 21.00, la popolazione di Onna si è raccolta nella chiesetta di legno del borgo per una veglia di preghiera, culminata con la celebrazione della Santa Messa alle 2.00 della notte, da parte del parroco don Cardoso. Alle 3.32, l’ora del sisma, la campana della chiesa di Onna ha suonato 40 volte e sono stati letti i nomi di chi non c’è più. Ad un anno dal terremoto sono ancora assistiti dal governo e dagli enti locali 52 mila aquilani. Di questi 4.300 vivono in albergo sulla costa adriatica. La prima emergenza affrontata è stata quella abitativa, con la realizzazione nei comuni vicini alla città dell’Aquila di casette di legno, come ad Onna. Sono, invece, 185 gli edifici antisismici costruiti nel Comune dell’Aquila, con oltre 4.400 appartamenti, dove oggi vivono 15 mila persone. Ma queste case non bastano. Molti sfollati abitano ancora in strutture ricettive, in alberghi, in caserme come a Coppito. Le case progettate e realizzate sono state, infatti, meno delle 700 mila richieste. L’attenzione, anche per la pressione della popolazione locale, si concentra ora sullo sgombero delle macerie dal centro storico. Secondo stime dei Vigili del Fuoco, ci vorranno però anni per sgomberare il centro da 5 milioni di tonnellate di detriti. La burocrazia, inoltre, sembra rallentare anche le cosiddette “ristrutturazioni leggere” delle case non lesionate ed abitabili. Il terremoto ha messo in crisi anche molte attività produttive. Sono infatti 15 mila al momento i lavoratori che usufruiscono della cassa integrazione con il rischio della fuga dall’Aquila di centinaia di famiglie. Un quadro difficile che, però, lascia ancora spazio nella gente alla speranza di tornare a popolare la città vecchia per ricostruire quel tessuto sociale e umano, senza il quale qualsiasi ricostruzione non potrebbe avere successo.