Cresce la solidarietà a Papa Benedetto XVI

<br />CITTA’ DEL VATICANO – Nella comunità ecclesiale si alza silenziosa ma forte la preghiera per il Papa e per la Chiesa in questo momento difficile della sua storia. Suonano profetiche le parole di Benedetto XVI, 5 anni fa, nella Messa di inizio Pontificato: “pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi”. Sono decine di migliaia i pellegrini che in questi giorni sono giunti da tutto il mondo a Roma per mostrare il loro affetto e la loro vicinanza al Papa nelle feste pasquali, culmine dell’anno liturgico. Né cessano di arrivare attestati di solidarietà: il cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ricorda che il Papa “ha fatto tutto quello che poteva fare contro” gli abusi, e parla di “odio contro la Chiesa cattolica”. A quest’odio – aggiunge – bisogna rispondere come Gesù sulla Croce, col perdono. Il cardinale spagnolo Julían Erranz, presidente della Commissione Disciplinare della Curia Romana, spiega i motivi di questi attacchi col fatto che il Papa difende la vita e la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, in un mondo in cui lobby potenti vogliono imporre tutt’altro.

Intanto, si affacciano i primi segnali preoccupanti: sulle mura di una Chiesa in provincia di Viterbo sono apparse scritte anticattoliche. In Germania, il vescovo di Münster, Felix Genn, è stato aggredito da uno squilibrato durante la Messa di Pasqua. In varie celebrazioni in Europa gruppi di manifestanti o singoli hanno cercato di disturbare i riti pasquali con insulti e altro. E c’è chi teme che la campagna mediatica di odio anticattolico possa degenerare. D’altra parte già nell’antica Roma i cristiani venivano accusati di orrendi crimini, d’infanticidio e cannibalismo, così veniva intesa l’Eucaristia, e di rapporti incestuosi, come veniva considerato il rituale abbraccio di pace tra fratelli e sorelle. E le folle, aizzate dalle calunnie dei potenti, linciavano i cristiani.

Oggi, può sembrare ad alcuni che la stampa internazionale all’unisono critichi il Papa per i più svariati motivi. Ma non è tutto vero ciò che appare. Basta fare un esempio: il Wall Street Journal, che è semplicemente il quotidiano più diffuso negli Stati Uniti, sostiene oggi che “il cardinale Ratzinger ha fatto più di ogni altro” per obbligare i sacerdoti che hanno abusato di minori “a rispondere” dei propri crimini. In un articolo, a firma di William McGurn, viene sottolineato che sulla vicenda del prete pedofilo Murphy, il New York Times non ha pubblicato documenti importanti che smonterebbero le accuse del quotidiano newyorkese contro l’allora cardinale Ratzinger. McGurn osserva che la principale fonte del New York Times è Jeff Anderson. Si tratta dell’avvocato statunitense che ha in mano le principali cause contro la Chiesa cattolica sugli abusi. Ma il giornale non menziona mai questo dato, sembrando così, rileva McGurn, che Anderson sia un avvocato qualsiasi, dunque – si direbbe – una fonte imparziale. Da prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, si legge ancora nel Wall Street Journal, il cardinale Ratzinger “ha riaperto casi che erano stati chiusi” ed ha “attuato dei cambiamenti che hanno permesso delle azioni amministrative dirette” al posto di processi “che spesso duravano anni”. “Nessuno – conclude McGurn – ha fatto quanto il cardinale Ratzinger” per affrontare lo scandalo dei preti pedofili.

Riportiamo infine la testimonianza di un missionario italiano del Pime, padre Adriano Pelosin, in Thailandia da 29 anni, impegnato nel recupero di bambini di strada, usati come strumento di piacere per il turismo sessuale, spesso occidentale. Il religioso esprime ad AsiaNews tutta la sua amarezza per i pochi preti pedofili che oscurano l’immenso bene di tutti gli altri sacerdoti. Ma guarda anche all’ipocrisia di certi settori del mondo ricco che mostrano indignazione solo per attaccare la Chiesa, mentre sono indifferenti di fronte ai milioni di bambini che muoiono di miseria e violenza e per i quali quella Chiesa che attaccano si spende da secoli. “Non è forse il mondo ricco e indifferente – si chiede – a negare i diritti a milioni di bambini?”.