CILE – Poche ore prima del suo rientro in Vaticano, dopo un’intesa visita pastorale di otto giorni all’insegna della solidarietà e dell’affetto che il Santo Padre aveva chiesto di trasmettere ai cileni, ieri il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, presso il più importante santuario mariano del Paese, il “Templo votivo di Maipù”, ha celebrato la Santa Messa per ricordare il centenario dell’istituzione dell’ordinariato castrense. Con il cardinale Bertone hanno celebrato altri presuli tra cui il vescovo castrense mons. Juan Barros e il nunzio apostolico mons. Giuseppe Pinto. Da parte del governo era presente il Ministro della difesa Jaime Ravinet e tutti i comandanti delle Forze armate e dei Carabinieri. Nell’omelia, il porporato ha voluto sottolineare subito, in comunione con il sentimento della nazione cilena, l’importanza del grande lavoro che le Forze armate cilene hanno svolto in queste settimane per assistere e soccorrere le popolazioni colpite dal terremoto del 27 febbraio. D’altra parte, il cardinale Bertone si è soffermato sul valido contributo spirituale e morale rappresentato dalla missione che svolgono da 100 anni i cappellani e i loro collaboratori all’interno dei corpi armati dello Stato rilevando che “il sacerdote è un vero dono di Dio per la famiglia castrense cilena, così come per l’intera umanità”. “Lo spirito di Cristo – ha osservato il cardinale Bertone – ci incoraggia a guardare il passato con gratitudine e a vivere l’ora presente senza timore e dunque a camminare sicuri” nella certezza “della fede e della speranza”. Prima di concludere e accettare l’omaggio floreale alla Patrona del Cile, la Madonna del Carmine offerto dai quattro comandanti delle Forze armate, il cardinale Tarcisio Bertone ha invocato l’intercessione della Vergine “affinché Dio benedica il Cile” dando a tutti le forze necessarie “per costruire con impegno e fede una patria per tutti i suoi figli nella concordia, la giustizia e il benessere”. Il vescovo castrense, mons. Juan Barros, ripercorrendo la storia di questo primo secolo di vita dell’ordinariato militare ha ringraziato il Signore per la sollecitudine dimostrata dai Pontefici verso i corpi armati cileni. In particolare quella di Giovanni Paolo II, che fece di tutto per rinforzare questa pastorale che, ha spiegato, si propone di fare dei militari “discepoli e missionari di Cristo al servizio della pace perché agenti della riconciliazione”, e collaboratori accanto a tutti i cittadini “nella costruzione di un mondo più umano e fraterno”.