Il Papa chiede un mondo libero dalle armi nucleari

CITTA’ DEL VATICANO – La pace riposa sulla fiducia e sul rispetto degli obblighi assunti e non soltanto sull’equilibrio delle forze: è quanto sottolineato dal Papa che all’udienza generale ha incoraggiato il processo di disarmo nucleare al centro dei lavori di una Conferenza internazionale apertasi a New York il 3 maggio scorso. Incoraggio – ha detto – le iniziative che perseguono un progressivo disarmo e la creazione di zone libere dalle armi nucleari, nella prospettiva della loro completa eliminazione dal pianeta. Prima dell’appello sul nucleare, la catechesi del era iniziata con un ricordo della visita alla Sindone di Torino: “Quel sacro Telo può nutrire ed alimentare la fede e rinvigorire la pietà cristiana, perché spinge ad andare al Volto di Cristo, al Corpo del Cristo crocifisso e risorto, a contemplare il Mistero Pasquale, centro del Messaggio cristiano”. Ha così rivolto il pensiero ai compiti specifici del sacerdote, in particolare a quello di santificare gli uomini. Santificare, ha sottolineato, significa mettere in contatto una persona con Dio. Il compito di santificazione del sacerdote, ha osservato il Papa, si “realizza nell’annuncio della Parola di Dio” e “in modo particolarmente intenso con i Sacramenti”. Dunque, ha spiegato, è “Cristo stesso che rende santi, cioè ci attira nella sfera di Dio”. “E’ importante, quindi, promuovere una catechesi adeguata per aiutare i fedeli a comprendere il valore dei Sacramenti, ma è altrettanto necessario, sull’esempio del Santo Curato d’Ars, essere disponibili, generosi e attenti nel donare ai fratelli i tesori di grazia che Dio ha posto nelle nostre mani, e dei quali non siamo i “padroni”, ma custodi ed amministratori”. E ciò, ha soggiunto, soprattutto in questo tempo nel quale da una parte la fede va indebolendosi e dall’altro emerge “un profondo bisogno e una diffusa ricerca di spiritualità”. Il sacerdote, è l’esortazione del Papa, deve perciò sempre ricordare che “nella sua missione l’annuncio missionario e il culto non sono mai separati”.