Guardia costiera: sanzioni amministrative a Portofino e Chiavari

S. MARGHERITA L. – Nonostante brutto tempo e mare mosso, è iniziata la stagione delle immersioni nei fondali del Golfo del Tigullio. La Capitaneria di Porto di S. Margherita L. sta intensificando i controlli per garantire la sicurezza di subacquei e natanti. Nel corso degli ultimi pattugliamenti all’interno dell’area marina protetta di Portofino, la Guardia Costiera ha accertato la presenza di due subacquei che erano riemersi in superficie e risultavano sprovvisti del segnale galleggiante con bandiera rossa, necessaria per indicare alle unità in transito la presenza di un sub. Potevano essere colpiti da una qualsiasi imbarcazione – ha commentato il Comandante del Circomare sammargheritese Paolo Majoli. Per loro è scattata una sazione amministrativa di 100 euro ciascuno. Un’ulteriore multa da 414 euro è stata comminata al comandante dell’unità del diving centre per essersi allontanato dal punto di immersione. I due sub, infatti, avevano raggiunto con il diving la zona di Punta Olivetta vicino a Portofino. A causa però delle condizioni meteo marine poco favorevoli, l’imbarcazione si era allontanata dai sub. Per questo è scattata la sanzione amministrativa. L’attività del Nucleo Pesca della Guardia Costiera, invece, prosegue a terra. A Chiavari, il titolare di un ristorante nelle vicinanze del lungomare è stato deferito alla locale Procura della Repubblica per aver somministrato ai clienti del pesce congelato senza riportare nel menù la relativa indicazione. Nelle celle frigorifere, inoltre, è stata rinvenuta una partita di scampi congelata e filetto di pangasio congelato, noto pesce di acqua dolce allevato in Vietnam dall’aspetto molto simile a filetti di pesce di mare più pregiato. Sempre a Chiavari, ma in un ristorante del centro, è stata elevata una sanzione amministrativa per violazione delle norme sulla rintracciabilità dei prodotti ittici. In questo caso astice, pagelli, salmone affumicato e totani risultavano sprovvisti di bolla attestante la provenienza del prodotto. E’ stata elevata una multa dell’importo di 1.500 euro.