20 anni di Teleradiopace: dalle origini alla sfida del digitale terrestre

CHIAVARI – Ancora poche ore e l’emittente cattolica Teleradiopace Chiavari compirà 20 anni. Era il 23 maggio del 1990 quando Telepace, per la prima volta, irradiò il suo segnale sul Tigullio. Precisamente la prima trasmissione fu un’immagine di paesaggio, con sottofondo musicale. Con un po’ di incoscienza e moltissimo entusiasmo l’emittente diocesana si affacciava su un mondo, quello dei mass media, complesso e articolato, segnato da dinamiche comuni, dettate dai grandi network, dagli ascolti e dalla commercializzazione dei messaggi. Telepace ha cercato di portare una voce nuova, al di fuori dalle regole di mercato, dando voce a chi non ne ha, sebbene abbia molte cose da dire e insegnare. Si partiva con la semplicità di un bambino affascinato da ciò che lo circonda, con mezzi ridotti e personale solo volontario. Il luogo di nascita: la canonica del parrocchia del Curlo a Leivi. Poco tempo dopo Telepace si sarebbe trasferita all’ultimo piano di Casa Marchesani a Chiavari, in un sottotetto, dove sono nati i capisaldi del nostro palinsesto: la Messa e il Rosario quotidiano, le dirette sulle attività del Papa e gli avvenimenti che caratterizzano la vita della Chiesa. Quindi i notiziari, gli approfondimenti, momenti di vita delle comunità locali, attività delle Parrocchie e di enti che operano sul territorio del Tigullio. La prima grande svolta è nel 1998 con l’arrivo di Papa Giovanni Paolo II a Chiavari: Telepace segue e trasmette in diretta ogni momento della visita pastorale che si protrae per due giorni, avvalendosi di due soli dipendenti e decine di collaboratori volontari. La trasformazione riguarda anche gli strumenti: viene collaudata la nuova regia che nel frattempo si è trasferita insieme agli studi, alla redazione e alla segreteria, al primo piano di Casa Marchesani. Si rinnovano le strumentazioni e gli studi televisivi. L’attività quotidiana prende consistenza e continuità. Oggi, alla soglia del ventennale, Telepace si appresta ad intraprendere una nuova svolta epocale con il passaggio al digitale terrestre, aprendosi alle nuove sfide che il mondo delle comunicazioni sociali impone. “L’augurio che faccio a Telepace – ha detto il direttore Don Fausto Brioni – è che sia sempre strumento di Dio, che annunci il Vangelo in un mondo che cambia. In questo tempo che rischia di essere pagano, appiattito, spento, di essere la freschezza del Vangelo, portare la ricchezza che non è nostra, ma di Dio. Quindi essere uno strumento trasparente perchè la gente possa credere, sperare e amare, secondo una misura che non è solo la nostra”.