Benedetto XVI: La fede protegge la ragione dalla sfiducia

CITTA’ DEL VATICANO – “Tutti gli uomini, credenti e non credenti, sono chiamati a riconoscere le esigenze della natura umana espresse nella legge naturale e ad ispirarsi ad essa nella formulazione delle leggi positive, quelle cioè emanate dalle autorità civili e politiche per regolare la convivenza umana”. E’ quanto ha affermato Benedetto XVI nel corso dell’udienza del mercoledì, dedicata all’“attualità” della teologia morale di san Tommaso d’Aquino. “Quando la legge naturale e la responsabilità che essa implica sono negate – ha spiegato il Papa – si apre la via al relativismo etico sul piano individuale e al totalitarismo dello Stato sul piano politico. “Urge per l’avvenire della società e lo sviluppo di una sana democrazia – ha detto il Pontefice citando Giovanni Paolo II – riscoprire l’esistenza di valori umani e morali essenziali che esprimono e tutelano la dignità della persona: valori che nessun individuo, nessuna maggioranza e nessuno Stato potranno mai creare, modificare o distruggere, ma dovranno solo riconoscere, rispettare e promuovere. Nel corso dell’udienza Benedetto XVI ha ricordato il metodo teologico di S. Tommaso, ovvero il “principio dell’accordo tra ragione e fede”. La fede consolida, integra e illumina il patrimonio di verità che la ragione umana acquisisce. La fede, infatti, “protegge la ragione da ogni tentazione di sfiducia nelle proprie capacità, la stimola ad aprirsi a orizzonti sempre più vasti, tiene viva in essa la ricerca dei fondamenti e, quando la ragione stessa si applica alla sfera soprannaturale del rapporto tra Dio e uomo, arricchisce il suo lavoro”.