Proseguono di 24 ore le ricerche di Roberto Rossi

NE – Ancora un giorno in più per continuare le ricerche di Roberto Rossi, l’ormeggiatore di 56 anni, residente a Lavagna, disperso da mercoledì 21 luglio sulle alture dell’Alta Val Graveglia. Da dodici giorni non si hanno più notizie dell’uomo scomparso mentre stava facendo un escursione con la sua mountain bike per i sentieri di una zona compresa tra il passo del Biscia e il Bocco di Bargone. L’ipotesi su cui stanno lavorando nelle ultime ore i soccorritori è quella di un incidente avvenuto lungo la strada provinciale 26 della Val Graveglia. Rossi potrebbe essere rimasto vittima di un sinistro lungo il ritorno a casa ed essere precipitato in uno dei numerosi burroni che si trovano ai fianchi della carreggiata. La decisione di sospendere o meno le ricerche sarà presa comunque domani pomeriggio al termine del vertice che, in programma oggi in Prefettura a Genova, è stato rinviato di 24 ore. Anche oggi al campo base di Arzeno era presente la moglie. Le ricerche, scattate poche ore dopo la denuncia di scomparsa, non hanno purtroppo dato ancora esito nonostante siano state centinaia in questi giorni le persone impiegate sul campo, tra amici dell’uomo, volontari, uomini della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco. Dodici giorni nei quali i soccorritori hanno ripetutamente battuto palmo a palmo i sentieri, le stradine e gli anfratti rocciosi nei quali Rossi avrebbe potuto passare e incappare in qualche rovinosa caduta. L’unico indizio certo della presenza dell’uomo nella zona prima del vuoto, dopo la testimonianza di un pensionato della zona che lo avrebbe visto nei pressi del Passo del Biscia e una telefonata alla moglie intorno all’ora di pranzo per annunciare il ritorno, è il segnale del suo cellulare, restato agganciato per alcune ore, prima di scaricarsi definitivamente, ad un ripetitore locale della telefonia mobile. E proprio in base a questo dato si è deciso di circoscrivere il raggio delle ricerche, zona nella quale rientrano alcune strade carrabili tra le quali la SP26. Ma non si è fermata l’attività di ricerca anche nelle altre aree tra le quali quelle più impervie del Bocco di Bargone.