Cuba: si rafforza l’annuncio del Vangelo tra le popolazioni povere della Diocesi di S. Clara

SANTA CLARA – E’ nell’entusiasmo dei giovani delle parrocchie di S. Domingo e Manacas, nella commozione di chi ha appena ricevuto la croce missionaria, nei sorrisi accoglienti delle comunità sparse sul territorio della diocesi di S. Clara che si può leggere il lavoro svolto nel tempo da don Federico Tavella e don Maurizio Prandi a Cuba. Appena fuori dai circuiti del turismo mondiale, dagli angoli incantevoli di l’Habana, fuori dalla carettera central che attraversa l’isola, le popolazioni sono molto povere. La miseria è sia spirituale sia materiale. L’annuncio del Vangelo alle comunità sta dando i suoi primi frutti. Per centri distanti e molto piccoli, l’arrivo del sacerdote comporta un momento di riflessione ma soprattutto di festa, un incontro in cui conoscersi, parlare del Vangelo e anche delle difficoltà quotidiane. L’isola si sta preparando al 400° anniversario dall’apparizione di Maria a Cuba che si svolgerà nel 2012. In queste settimane, i missioneros diocesani si sono riuniti a Rodrigo per portare l’immagine della Vergine del Cobre nelle case. La devozione alla Madonna del Cobre è molto forte, anche per chi afferma di non frequentare la chiesa. Entrare nelle abitazioni vuol dire impattare con la vera realtà cubana. Lo stipendio medio ammonta a 375 pesos cubani, ossia 15 pesos convertible, la moneta dei turisti, che equivale a poco più di 11 dollari al mese. La maggior parte delle persone vive coltivando la terra: in piccoli centri come Punta Felipe o Alvarez si coltiva la canna da zucchero. Il lavoro della missione della Diocesi di Chiavari consiste – oltre al cammino di evangelizzazione – nel recupero delle abitazioni fatiscenti, nel portare medicinali, nel sostenere le mense per i poveri, tre in tutto, due nell’area di S. Domingo, una nella popolosa Cascajal. C’è poi da fare i conti con un sistema politico che perdura da 52 anni. Il regime nato dalla rivoluzione garantisce l’istruzione gratuita, una casa per tutti, un minimo mensile negli alimenti. Ma dall’altro lato, la negazione di ogni libertà mette in crisi soprattutto i giovani dell’isola. Una politica che tende alla disgregazione delle famiglie, ad esempio, e a non poter disporre delle proprietà – case e animali – costringe le persone ad una crisi d’identità. Il minimo mensile garantito non basta ad arrivare alla fine del mese. In questo senso, la Chiesa cattolica sta facendo molto per queste popolazioni. E un passo importante lo si può leggere proprio nel cuore carico di entusiasmo dei giovani missioneros: nei loro occhi chiari abbiamo letto il colore dell’alba, che illumina il cammino della missione e i loro passi tra la gente dell’isola.