Benedetto XVI all’Angelus: la speranza della vita eterna spinge ad una vita ricca di opere buone

CASTEL GANDOLFO – Prima dell’Angelus, presieduto a Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha commentato il brano del Vangelo della XIX Domenica per annum, nel quale Gesù continua il discorso sul valore della persona agli occhi di Dio e sull’inutilità delle preoccupazioni terrene. Gesù illustra come l’attesa del compimento della beata speranza deve spingere ancora di più ad una vita intensa e ricca di opere buone. Si tratta di un invito a usare le cose senza egoismo, sete di possesso o di dominio; occorre, invece, servirsene secondo la logica di Dio, che è la logica dell’amore. A tale proposito il Papa ha ricordato alcuni santi, che la Chiesa celebra in questi giorni, che hanno impostato la loro vita a partire da Dio e in vista di Dio: S. Domenico di Guzman, S. Chiara di Assisi, S. Lorenzo martire, S. Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein, e S. Massimiliano Kolbe: questi ultimi due hanno attraversato il tempo oscuro della II guerra mondiale senza perdere mai di vista la speranza, il Dio della vita e dell’amore.