Natale oggi come duemila anni fa: riconoscere il nostro tempo bisognoso di salvezza

CHIAVARI – Non è una favola, il racconto della natività di Gesù. A rafforzare questa evidenza, come ha sottolineato il Vescovo nell’omelia della Santa Messa celebrata in Cattedrale la notte di Natale, ci sono i riferimenti storici del Vangelo di San Luca, che descrivono un mondo, quello in cui nasce Cristo, retto da uomini che pensano di poter organizzare l’umanità secondo i propri disegni. Un mondo, in ultima analisi, distante da Dio, convinto della propria autosufficienza. Un mondo che assomiglia molto a quello contemporaneo, dove un diffuso messaggio culturale relativizza il mistero del Natale

Ma proprio in un mondo che sembra sempre più staccato da Dio, Dio si fa vicino al mondo degli uomini, proprio all’uomo lontano da Dio, Lui si fa prossimo fino al punto di dare il suo figlio, venuto a condividere la condizione umana. Nella sua riflessione Mons. Tanasini ha invitato a vivere con semplicità questo annuncio, nella consapevolezza del fatto che solo l’intervento di Dio, attraverso il canto degli angeli, può farci comprendere la reale portata di un fatto, la nascita di un bambino, che di per sè pur nella sua tenerezza rappresenta qualcosa di assolutamente umano e naturale.

Riconoscere il proprio bisogno di salvezza dunque, ha spiegato Mons. Tanasini, è la condizione per vivere la grande gioia annunciata ai pastori, perchè ciascuno di noi si possa incamminbare sulla via di Betlemme.