Recco, nuova bomba: ipotesi evacuazione per il 13 febbraio

RECCO – Si fa sempre più concreta l’ipotesi del 13 febbraio per una nuova evacuazione generale di Recco, dopo il ritrovamento della bomba, residuo della seconda guerra mondiale, la seconda rinvenuta nel cantiere Santa Monica, dopo quella rinvenuta il 5 gennaio. La bomba è stata trovata 4 metri più in là rispetto alla prima, ma il tipo di ordigno, di fabbricazione americana, pesante 1.000 libbre, sganciato dagli aerei della Raf, è identico. A trovarlo sono stati i tecnici della Sogelma, l’impresa di Scandicci che dopo la prima esperienza è stata richiamata dalla proprietà del cantiere per un nuovo controllo.
La bomba si trovava sotto tre metri di fango e acqua e, dopo il ritrovamento, è stata lasciata al suo posto. Immediatamente sono stati sospesi i lavori del cantiere e sono già stati allertati gli artificieri della brigata alpina Taurinense, che lo scorso 16 gennaio avevano prelevato e fatto brillare la bomba. Gli stessi tecnici ora dovranno effettuare un sopralluogo per esaminare l’ordigno, mentre oggi si terrà già una prima riunione del tavolo per le emergenze.
Sembra però certo che le modalità per la messa in sicurezza della zona saranno le stesse già sperimentate: anche sul fronte delle persone che dovranno essere evacuate, si può immaginare una fotocopia di quanto accaduto domenica 16 gennaio: allora avevano dovuto lasciare le case, i negozi e gli uffici in 4.443. Una decisione definitiva sulla data e sulle modalità sarà presa dal prefetto, Francesco Antonio Musolino, che già per la bomba di gennaio aveva presieduto la riunione d’emergenza. Allora si era sperato che la danger zone potesse interessare un’area racchiusa in 150 metri di raggio dal punto di ritrovamento (alle spalle dell’ex pretura), ma le dimensioni della bomba e la sua capacità esplosiva (mille libbre) avevano fatto aumentare di molto le dimensioni della zona da evacuare: una circonferenza con un raggio di 400 metri. Difficilmente questa volta potrà andare diversamente.