Rapallo, ha chiuso la tipografia Emiliani

RAPALLO – La tipografia Emiliani di Rapallo è nata nell’immediato dopoguerra con la finalità di insegnare un mestiere a ragazzi orfani. La cura di questi giovani era affidata ai Padri Somaschi, che gestivano l’intera struttura. A raccontarlo è padre Pier Giorgio Novelli, padre provinciale della Congregazione. Lo fa con nostalgia, perché oggi quella del tipografo è un’attiva che sta sparendo. E la tipografia Emiliani ha chiuso: proprio in questi giorni si sta ultimando l’iter, con la vendita dei macchinari. Negli anni settanta, da semplice corso di insegnamento della legatoria a mano, la tipografia è diventata sempre più un’azienda. Oggi, però, i padri Somaschi non riescono più a tenere in piedi l’attività. I religiosi sono diminuiti di numero, i costi sono aumentati e sono diminuite le richieste di stampa. Abbiamo tentato di tutto per salvaguardare l’attività – ha spiegato padre Novelli – abbiamo anche chiesto ai dipendenti, molti dei quali professionisti qualificati, di unirsi in cooperativa. Niente. I religiosi stanno seguendo tutte le strade per venire incontro ai 15 lavoratori rimasti senza lavoro. Con i sindacati si sta perseguendo la via della mobilità in deroga. Agli enti ecclesiastici, infatti, non spetta la cassa integrazione, ma la tutela dei propri dipendenti resta per i Somaschi di Rapallo una priorità. C’è chi è andato in pensione e c’è chi ha trovato lavoro nello stesso campo, in legatorie della Provincia. Per altri si aspetta una soluzione positivia. La  chiusura non è definitiva. Se ci saranno segnali di una ripresa del settore, o la possibilità di aprire un laboratorio per la legatoria a mano a favore di ragazzi di 15 o 16 anni che vogliono imparare un mestiere utile, allora lo faremo – ha proseguito il padre provinciale. Altre tipografie stanno per chiudere – ha poi aggiunto padre Novelli – alcune anche nel nostro territorio. Ai Somaschi di Rapallo si unisce anche il dispiacere per la chiusura, alla fine di quest’anno del liceo scientifico, anche in questo caso per il calo della domanda e per il minor numero di religiosi che possano occuparsi della struttura. Non è un problema passeggero – ha concluso il padre provinciale – manterremo i locali della tipografia in attesa di novità future.