Nuovi Statuti per i parchi Aveto e Portofino

TIGULLIO – E’ stato consegnato negli uffici della Regione il nuovo statuto del Parco di Portofino. Il documento riguarda la riduzione del numero dei consiglieri, secondo una legge varata dallo Stato lo scorso anno, poi ratificata da una delibera regionale. Il Parco passerà da quattordici a cinque consiglieri e il Presidente del Consiglio d’ora in poi sarà eletto direttamente dal Presidente della Regione. Per Francesco Olivari – ancora alla guida del sodalizio di Portofino – si perderanno competenze e figure professionali. Nel nuovo Consiglio ci saranno solo tre rappresentanti degli enti locali, un membro scelto dalla giunta regionale e uno scelto tra associazioni ambientaliste, università e mondo della scuola. Con l’elezione diretta del Presidente da parte della Regione, invece – ha proseguito Olivari – l’Ente perderà autonomia. Ricordiamo che il sodalizio è formato dalla Comunità del Parco che ha potere consultivo, rilascia pareri sul bilancio e sui regolamenti e  redige il piano di sviluppo socio economico. Il Consiglio, invece, ha potere esecutivo, approva i bilanci, le variazioni ai piani, promuove e approva i progetti, molti dei quali avviati e conclusi negli ultimi anni. Ora, le figure perse dal Consiglio andranno a confluire nella Comunità del Parco, ma c’è il rischio che nell’organo più esecutivo e rappresentativo dell’ente vengano a mancare alcuni soggetti di riferimento, ad esempio gli ambientalisti. Il nuovo statuto deve ora essere letto e approvato dalla Regione, dopodiché si passerà al rinnovo delle cariche. Diverso il discorso dell’Ente Parco dell’Aveto, che non era in scadenza, ma che deve comunque ridurre il numero dei consiglieri. Approveremo lo statuto entro l’estate, ha detto il direttore Paolo Cresta, a sua volta critico contro i cambiamenti. Tutto sommato – ha detto – considerato che i nostri gettoni erano minimi e ci riunivamo poche volte, il risparmio sulla spesa non sarà così significativo. Inoltre, per quanto riguarda alcune scelte, prima tutti i Comuni e gli enti erano rappresentati, dunque c’era una maggiore tranquillità. Ora ci saranno solo cinque persone che dovranno decidere per tutti.