Messa di ringraziamento per il Beato Giovanni Paolo II

CITTA’ DEL VATICANO – “Non ci sono parole. Il dono è troppo grande per esprimere ciò che sente tutta la Chiesa e i nostri cuori”. E’ l’arcivescovo di Cracovia, il Cardinal  Stanisław Dziwisz, che per 40 anni ha seguito Giovanni Paolo II, a farsi portavoce dei sentimenti di quanti in questi giorni hanno partecipato a Roma alla festa per la beatificazione di Giovanni Paolo II. Rivolgendosi al segretario di Stato vaticano, in apertura della S. Messa di ringraziamento, il card. Dziwisz ha detto: “Le chiediamo di ringraziare il Santo Padre Benedetto XVI, che interpretando il sensus fidei del popolo di Dio, ha dichiarato beato il suo Predecessore mantenendo sempre viva la sua memoria sin dal momento del suo ritorno alla casa del Padre”. L’arcivescovo di Cracovia ha poi ringraziato l’Italia per la cordialità con la quale anni fa ha accolto il Papa venuto “da un paese lontano” ed ha accompagnato il suo lungo pontificato. Il vostro bellissimo Paese – ha concluso – è diventato per lui la seconda Patria”. Durante l’omelia della S. Messa di Ringraziamento, il card. Tarcisio Bertone ha a sua volta ringraziato Dio per aver dato al mondo un testimone così credibile e trasparente come Giovanni Paolo II. “Ci ha insegnato – ha detto – come si debba vivere la fede e difendere i valori cristiani, a cominciare dalla vita, senza complessi, senza paure”. “Ringraziamo il Signore per averci dato un Papa che ha saputo dare alla Chiesa cattolica non solo una proiezione universale e una autorità morale a livello mondiale mai prima conosciute”. “Tutti abbiamo visto – ha quindi detto il cardinale segretario di Stato – come gli è stato tolto tutto ciò che umanamente poteva impressionare: la forza fisica, l’espressione del corpo, la possibilità di muoversi, perfino la parola. E allora, più che mai, ha affidato la sua vita e la sua missione a Cristo, perché solo Cristo può salvare il mondo. Sapeva che la sua debolezza corporale faceva vedere ancora più chiaramente il Cristo che opera nella storia. E offrendo le sue sofferenze a Lui e alla sua Chiesa – ha concluso il card. Bertone – ha dato a tutti noi un’ultima, grande lezione di umanità e di abbandono tra le braccia di Dio.